Private banking, perché crescerà ancora in Italia

L’andamento negativo dei mercati finanziari per buona parte di quest’anno frena la crescita del private banking italiano, che però è destinato a riprendere il trend di sviluppo una volta che si saranno calmate le acque. Si può sintetizzare così lo scenario del settore, secondo quanto emerso dalla conferenza stampa di Aipb, organizzata oggi a Milano in vista del Diciasettesimo forum annuale dell’associazione, in programma domani (23 novembre).

Dal 2007 le masse riconducibili alle famiglie servite dal Private Banking hanno registrato una crescita significativa (crescita annua composita del 6,6%), superiore alla crescita della ricchezza italiana che si è fermata all’1,4%

 

L’impatto sul primo semestre)

Nel primo semestre 2022, il Private Banking ha raccolto 42 miliardi di euro (pari al 4,1% degli asset totali). Si stima che le masse in gestione si attesteranno a 949 miliardi di euro a fine 2022, meno dei 1.037 del 2021, per poi riprende l’ascesa dal 2023, con una crescita media annua attesa per il biennio del 6,8% (contro il +2,7% degli operatori retail).

Gli operatori del settore, ha spiegato durante la presentazione il presidente di Aipb, Andrea Ragaini, sono convinti che nei prossimi 12-18 mesi il comparto registrerà un miglioramento delle prospettive.

 

Le sfide

Certo, il successo non è scontato e molto dipenderà anche dalla capacità dell’industria di cavalcare l’evoluzione della domanda. Intervistati sulle grandi sfide che gli attendono, gli operatori hanno messo al primo posto (68% degli associati di Aipb) la capacità di rendere il settore attrattivo per le giovani generazioni da affiancare ai professionisti con esperienza. La rilevazione effettuata ogni biennio sulla composizione per età dei banker mostra una riduzione dei professionisti tra i 30 e i 40 anni dal 21% del 2012 al 13% del 2020 e contemporaneamente una salita del peso della fascia tra i 50 e 60 dal 27% al 41%.

Al secondo posto (61% degli associati), la capacità di trasferire la fiducia guadagnata alle future generazioni di clientela. Tipologie di clienti che per l’89% degli associati impiegherà la propria ricchezza in modo sostanzialmente differente rispetto alle generazioni precedenti.

Al terzo posto (43% degli associati), emerge la tecnologia come motore di innovazione del servizio per conoscere meglio i bisogni della clientela e fornire soluzioni adeguate.

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