Credit Suisse diventa sempre più un caso. Come riporta L’Economia de Il Corriere della Sera, sono tanti i dubbi che coinvolgono sia i vertici che hanno guidato l’istituto che le stesse authority. Uno dei punti della questione è perché Finma, a cui compete la vigilanza prudenziale, è sembrata quasi assente dalla vicenda che ha coinvolto l’istituto. Credit Suisse è da anni sotto i riflettori a causa di scandali, multe e cambi al vertice. Alcuni sostengono ci sia stata carenza di vigilanza, mentre altri no, in quanto da sempre l’authority lavora sotto traccia e in silenzio.
Finma, presieduta da Marlene Amstad, ha poteri sovrani su banche, assicurazioni e gestori, e si prefigge la protezione dei risparmiatori nonché la funzionalità dei mercati. Per ottemperare alla funzione di vigilanza, gode di un’indipendenza funzionale e finanziaria.
È evidente come qualcosa nella gestione Credit Suisse non abbia funzionato. Nei primi nove mesi l’istituto ha perso 5,9 miliardi di franchi svizzeri, il che ha obbligato la banca a un aumento di capitale e ad una completa riorganizzazione, con un nuovo piano che punta a ridurre i costi del 15% con un taglio del- l’organico di 9mila unità. Nel contempo, la banca ha anche lanciato un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi, suddiviso in due tranche da circa 1,78 milioni e da oltre 2,2 miliardi.
Da ricordare è anche la presenza di soci arabi, con Qatar holding a quota +5% e dall’asset manager Olayan Group, che ha aderito per il 4,9%. Presenti anche gli investitori anglosassoni con Dodge Cox (4,9%), Harris Associates (4,9%), BlackRock (4,5%) e Silchester International (3%).
Infine, la banca ha versato quasi 240 milioni in Francia per evitare un processo aggravato da frode fiscale. Il rafforzamento patrimoniale dovrebbe stabilizzare la banca e fermare l’esodo della clientela, con molti che ritengono che l’intervento di Arabia Saudita e Qatar, mediato da diverse banche d’affari Usa, abbia ragioni geopolitiche, cioè fermare interventi cinesi. L’unica certezza è che la Svizzera vuole tornare a essere una dimora sicura e un crocevia strategico per il controllo dei capitali mondiali, magari con una vigilanza più presente.