Il private banking spiegato da Banca Generali

Oggi sempre più spesso si sente parlare di private banking e di servizi private per i Clienti delle banche. Si tratta di termini sempre più diffusi ed utilizzati dagli istituti private, ma cosa si intende esattamente per private banking?

Marco Montemagno l’ha chiesto ad Andrea Ragaini, Vice Direttore Generale di Banca Generali, nell’ambito di EduFin 3.0, il progetto lanciato da Banca Generali insieme a Monty per portare l’educazione finanziaria al grande pubblico sui social media. Il Vice DG della Banca del Leone ha sottolineato l’importanza del servizio di qualità del private banking, che ha l’obiettivo di valorizzare nel tempo il patrimonio sia finanziario che non.

Il Private banking ha tante sfaccettature; ma partendo dalla definizione più importante, quella lato cliente, possiamo dire che è un servizio di qualità che ha l’obiettivo di gestire, guidare e supportare la ricchezza a partire dalla gestione di un portafoglio con servizi e un’offerta dedicata a famiglie e imprenditori con l’obiettivo finale di preservarla, indirizzarla verso i propri progetti di vita e poi tramandarla alle nuove generazioni” – commenta Ragaini.

L’elemento distintivo del private banking è il modello di consulenza, che si avvale di figure specializzate nella gestione patrimoniale dove alla base di tutto c’è la relazione di fiducia tra il cliente e il proprio private banker. Si tratta infatti di un servizio tailor-made, adattato alle esigenze di investimento di famiglie e imprese.

In un momento particolarmente complesso come quello che stiamo vivendo, in cui i mercati finanziari soffrono a causa di volatilità ed elevata inflazione, il ruolo del consulente finanziario assume infatti un ruolo di rilevanza sociale e di bussola nell’indirizzare le scelte di investimento su asset più resilienti in grado di minimizzare i rischi attraverso un’opportuna diversificazione.

Oggi in Italia ci sono circa 1.800 miliardi di liquidità ferma sui conti correnti. I clienti ci stanno chiedendo in particolar modo vicinanza e supporto nell’interpretare l’andamento di mercati che sono sempre più condizionati dalle notizie legate alla guerra, più che a veri e propri razionali economico-finanziari. In questo momento il dialogo consulente-cliente assume quindi un valore ancora maggiore che in passato. I mercati hanno sofferto e questo ha generato più di una perplessità nei risparmiatori che hanno cercato con ancora più convinzione una sponda nel proprio consulente finanziario, chiamato a rassicurarli e gestirne l’emotività.” aggiunge Ragaini.

Infine, l’outlook sui mercati finanziari nel 2023 e le sfide di Ragaini nel “recente” ruolo di Presidente AIPB, sono stati gli argomenti discussi in chiusura.

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