La corsa del fintech è solo all’inizio, ma occhio alla privacy

Angelo Deiana

 

 

Siamo ormai a un punto di svolta perché, per sostenere l’innovazione apportata dal fintech nel sistema delle banche e, nel contempo, proteggere i consumatori e la stabilità del sistema finanziario dai rischi, diventa indispensabile innovare il sistema normativo adeguandolo all’evoluzione in atto.

 

Aree di intervento

Le principali aree da affrontare sono le seguenti:

  • cybersecurity e protezione dei dati con particolare attenzione alla creazione di maggiore consapevolezza tra i consumatori riguardo il valore dei propri dati personali;
  • interoperabilità dei servizi fintech all’interno della Ue;
  • tutelare la concorrenza con l’ingresso sul mercato delle nuove start-up innovative e prevenendo le asimmetrie nella regolamentazione tra gli stati;
  • sperimentazione controllata delle nuove tecnologie e strumenti di stress-testing;
  • promozione dell’educazione finanziaria e digitale e della fiducia digitale.

 

Lavori in corso

In questo ambito, il tema strategico di grande rilievo è quello della concorrenza. Ai fini della tutela del consumatore, infatti, è fondamentale per il mondo delle banche private garantire il ”level playing field” (pari condizioni di partenza) tra new comer e incumbent, senza dimenticare che questo può penalizzare le startup innovative che dovrebbero avere oneri di compliance meno stringenti.

Ecco perché, nel sistema fintech, la concorrenza si dispiega tramite le cosiddette “regulatory sandboxes”, ossia ambienti virtuali nei quali operatori e supervisori possono testare e sperimentare nuove tecnologie innovative nel settore dei servizi finanziari in un contesto controllato caratterizzato da requisiti normativi meno stringenti.

 

Il nodo dei costi

Tra i vantaggi che tale metodologia offre al mondo fintech c’è la possibilità di ridurre i costi di compliance connessi all’avvio dell’attività, l’opportunità di godere di deroghe normative e la possibilità di ottenere consigli e orientamenti dalle Autorità di Vigilanza in merito alle modalità di applicazione della normativa attuale.

Esistono, però, anche approcci alternativi ai sandboxes che prevedono un diverso livello di coinvolgimento delle autorità di vigilanza stesse: gli innovation hub e gli incubator. Le prime rappresentano un luogo di incontro istituzionale degli operatori con le autorità che offrono chiarimenti o indirizzi senza però un coinvolgimento diretto nello sviluppo della tecnologia. Negli incubator, invece, le autorità di vigilanza svolgono un ruolo più attivo, essendo direttamente coinvolte nello sviluppo e nella sperimentazione del progetto, anche tramite forme di partnership e cofinanziamenti.

 

Equilibrio tra informazione e riservatezza

Un ulteriore elemento è legato alla tutela della privacy e dei dati personali. Un importante momento di rilievo è stata la Gdpr (General Data Protection Regulation) che introduce importanti novità come il diritto all’oblio (gli utenti possono chiedere di rimuovere le proprie informazioni), la portabilità dei dati (con la stessa filosofia che ispira la PSD2: si possono scaricare e trasferire dati da una piattaforma all’altra, senza vincolarsi a un certo account) e l’obbligo di notifica in caso di violazione.

Un mondo nuovo per tutti. Per il sistema delle banche e per il mondo del private banking. La qualità e la privacy dei dati al servizio della qualità del servizio private.

Il futuro delle banche private nel mondo della data driven economy.

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