Frontiera regtech

Angelo Deiana

 

Il rapporto tra il mondo fintech e il sistema bancario e finanziario è fatto anche di una serie di sottoinsiemi che lo specializzano e lo rendono ancora più innovativo ed efficiente.

In questo contesto, il cosiddetto regtech indica l’impiego di strumenti tecnologici per facilitare l’implementazione delle nuove regolamentazioni e della compliance nell’ambito dei servizi finanziari per supportare le procedure di adeguamento, conformità, rispetto di norme e regolamenti, automatizzazione della reportistica alle Autorità di Vigilanza.

 

Spunta al business

Il regtech mira ad aiutare le banche non solo a essere sempre in regola con le diverse normative, ma anche a comprendere meglio come le regolamentazioni possono essere utilizzate per migliorare le prestazioni della stessa organizzazione.

In altri termini, il regtech sfrutta le nuove tecnologie per gestire i big data degli istituti bancari e assicurativi, rendendo l’attività di regulatory management più semplice. L’obiettivo strategico è di creare processi standardizzati in modo da accelerare tempi e ridurre costi.

Per riuscirci gli specialisti del RegTech sfruttano approcci altamente innovativi quali:

 

  • la biometrica per la verifica automatica dell’identità;
  • il cognitive computing per automatizzare i processi di controllo antiriciclaggio;
  • le Api (Application Programming Interface) per automatizzare le condivisione dei dati e consentire l’interoperabilità tra software diversi;
  • il cloud computing per archiviare, gestire e condividere con più soggetti quantità molto grandi di informazioni;
  • la crittografia per la sicurezza e l’integrità dei dati.

 

Caratteristiche chiave

Le caratteristiche chiave del regtech si individuano nell’agilità con cui dataset non strutturati possono essere combinati, integrati e analizzati, nella velocità di analisi e nella possibilità di estrarre valore da dati altrimenti privi di significato e utilità.

Ad esempio, in ambito europeo, l’Esma (Autorità Europea degli strumenti finanziari e dei mercati) si è fatta promotrice del mondo tegtech incoraggiando la digitalizzazione dei processi di trasmissione e gestione dei dati.

L’Eba (European Banking Authority), dal canto suo, ha auspicato un approccio coordinato al regtech attraverso un’interazione tra supervisori e industria al fine di raggiungere un adeguato livello di standardizzazione e interoperabilità.

 

Nuovo approccio per la vigilanza

È chiaro a tutti che, per effetto del RegTech, l’attività di vigilanza sarà sempre più improntata alla logica data driven, mentre altri addirittura prefigurano un futuro controllo delle autorità sul sistema finanziario in tempo reale.

L’accesso diretto ai dati di vigilanza, finora filtrati e forniti dagli operatori finanziari, potrebbe consentire ai supervisori una valutazione più accurata delle criticità e delle vulnerabilità dei regolati. Contribuendo, magari, a evitare comportamenti opachi che, in passato, hanno generato crisi bancarie e finanziarie.

 

Verso una better regulation

Il regtech potrebbe inoltre fornire utili strumenti e tecnologie, volti a simulare l’impatto di possibili regole e azioni di enforcement sul sistema finanziario, consentendo così la piena applicazione della logica della better regulation. Dai big data ai bettter data, dalla top-down regulation alla better regulation.

Ecco perché il regtech pone i presupposti per una radicale trasformazione dell’attuale struttura regolamentare e di vigilanza laddove anche il private banking si dovrà adeguare ai nuovi standard tecnologici.

 

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