Mifid, per la riforma si guarda alla Gran Bretagna

Simona Maggi* *Direttore scientifico di Aipb (Associazione Italiana Private Banking)

 

 

A dieci anni dall’introduzione in Gran Bretagna della Retail Distribution Review (Rdr), l’autorità inglese Fca (Financial Conduct Autority) torna sullo stesso argomento e sviluppa la sua “Consumer Investments Strategy”. Nata per mitigare il conflitto d’interesse e garantire maggior fiducia negli investimenti riducendo l’asimmetria informativa tra fornitori e fruitori dei servizi attraverso la rimozione degli incentivi, l’Rdr ha avuto conseguenze inaspettate su cui l’autorità inglese ha deciso di intervenire. Vista come misura a tutela del consumatore, la rimozione degli incentivi ha comportato una riduzione della disponibilità del servizio di consulenza finanziaria per tutti i clienti e un appesantimento del costo del servizio per i clienti con portafogli di minore dimensione.

 

L’impatto sul mercato

A dimostrazione dell’advice gap rilevato in Gran Bretagna, il testo posto in pubblica consultazione alla fine del 2022 riporta in premessa gli esiti della “Financial live Survey” realizzata dall’Autorità inglese per valutare gli impatti della Rdr.  Si apprende così come dei 9,7 milioni di individui che possiedono attività investibili superiori a 10mila sterline, il peso di quelli che li detengono interamente in contanti stia progressivamente aumentando e questo nonostante almeno 4,2 milioni di loro abbiano una certa propensione al rischio per gli investimenti. In aggiunta, molti individui con risparmi in eccesso dichiarano che apprezzerebbero una raccomandazione personale per acquisire fiducia negli investimenti e in maggioranza affermano di preferire l’assistenza di una persona, piuttosto che un servizio on line. Infatti, l’81% dei britannici dichiara che avrebbe un basso livello di fiducia in un processo decisionale informatico per completare una consulenza finanziaria senza alcuna interazione umana.

 

Verso nuove procedure

Per garantire, quindi, che gli individui possano ottenere la consulenza o il supporto di cui hanno bisogno e ridurre gli ostacoli normativi che le imprese potrebbero incontrare nel fornire consulenza ai clienti che possiedono attività investibili pari a circa 10mila sterline, l’autorità inglese propone un nuovo regime di consulenza snella (o transazionale) sugli investimenti di base. L’obiettivo che si è posta l’Autorità inglese con la Consumer Investments Strategy è di riuscire a ridurre del 20% il numero degli individui che detengono i risparmi in contanti e rischiano di subire un danno al valore reale del loro patrimonio a causa dell’inflazione.

 

Le aree di intervento

Perché divenga più facile e più economico fornire ai clienti questa tipologia di consulenza garantendo loro standard di protezione proporzionati, l’Autorità inglese propone tre cambiamenti rispetto alla consulenza definita “olistica” dell’Rdr:

 

  1. restringere l’universo degli investimenti che i consulenti possono raccomandare escludendo quelli definiti “ad alto rischio” ma ammettendo gli strumenti captive;
  2. ridurre proporzionalmente i requisiti di qualifica e competenza dei consulenti che forniscono la raccomandazione d’investimento;
  3. consentire una maggiore flessibilità nelle strutture tariffarie per permettere ai clienti di pagare a rate i compensi per la consulenza di base affinché un minor numero di consumatori venga scoraggiato dal ricevere consulenza a causa dei costi percepiti come elevati.

 

L’esperienza italiana, che deriva da un’ampia diffusione di due livelli distinti di consulenza nati da un’applicazione molto rigorosa della Markets in Financial Instruments Directive (Mifid) e delle altre regolamentazioni comunitarie volte a garantire servizi d’investimento trasparenti ed efficienti (Idd, Ucits, Aifmd), ricorda molto da vicino la nuova proposta dell’autorità inglese: il settore finanziario offre differenti livelli di consulenza per tutti i target di clientela.

 

Figura: L’esperienza italiana si fonda sulla coesistenza di differenti tipologie di consulenza finanziaria

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