Credit Suisse, ultimo tango a Zurigo

Dopo oltre 167 anni di storia, l’Hallenstadion di Zurigo è stato il teatro dell’ultima assemblea degli azionisti di Credit Suisse, seconda banca del sistema elvetico collassata lo scorso 19 marzo e salvata grazie ad un’operazione messa in atto dalla storica rivale Ubs, insieme alla BNS e al governo.

Come riportano le maggiori testate, ad aprire l’ultima riunione è stato il presidente Axel Lehmann, che ha esordito scusandosi con gli azionisti per non essere riuscito ad arginare una perdita di fiducia nella banca che, secondo lui, esisteva già prima del suo insediamento. “Non siamo riusciti ad arginare l’impatto degli scandali ereditati dal passato e a contrastare i titoli negativi con i fatti positivi. Tutto ciò ha impedito che la banca potesse essere salvata”, ha detto Lehmann.

Il presidente ha parlato anche della fusione con Ubs come “unica soluzione possibile”: il collasso di Credit Suisse, infatti, sarebbe stato catastrofico”. Dal canto suo, l’amministratore delegato Ulrich Koerner ha aggiunto che farà “tutto quello che è in suo potere per vedere la buona riuscita dell’operazione”.

Prima dell’assemblea, gli azionisti e i proxy avevano già manifestato la loro intenzione di votare contro la rielezione di alcuni membri del consiglio di amministrazione, compreso Lehmann, oltre ad aver espresso il proprio malcontento per la guida della banca da parte del management.

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