Speakeasy, così il Proibizionismo torna d’attualità

Di Luca Coslovich

Questa storia comincia negli anni ‘20 del 1900 negli Stati Uniti. Il deputato  Andrew Volstead formulò la proposta di legge, che prese il suo nome ed entrò in vigore nel gennaio 1920, vietando la produzione, l’importazione o la vendita di alcol, anche se non ne vietava specificamente  il consumo. Da che mondo é mondo se qualcosa é proibito il suo fascino aumenta in modo esponenziale, nacquero quindi i bar clandestini, spesso gestiti dalla mafia. Per evitare di essere scoperti, questi luoghi dovevano essere tenuti segreti, da qui il termine “Speak easy, boys!” (“Parlate piano, ragazzi!”). Per entrare era richiesta una parola d’ordine, e spesso l’entrata era nascosta dietro un altra attività di copertura. Il proibizionismo non funziono’, l’alcol veniva ancora consumato più che mai, ma il governo non era in grado di tassarlo e i costi per affrontare le conseguenze erano più alti. Il proibizionismo fu abrogato quasi 14 anni dopo, nel dicembre 1933. La rinascita degli speakeasy: il mondo del bartending da allora si é molto evoluto ed ha subito molti cambiamenti, fino a “tornare alle origini” e riscoprire il fascino del proibito. Cominciano quindi a spuntare locali, generalmente molto belli e curati, con le entrate nascoste da negozi si parrucchieri, gastronomie, o addirittura con l’entrata mascherata da cabina telefonica. Allo stile inconfondibile dei locali dell’epoca si richiamano oggi i “nuovi” speakeasy, bar alla moda che offrono arredi studiati, cocktail ricercati, accessi su invito, dress code a tema, location senza indirizzo, atmosfera rétro… Di solito l’offerta  dei drink é il risultato di una ricerca sui drink del periodo del proibizionismo. Molti di questi cocktail vantano dei natali cubani, perché all’epoca Cuba era gestita come una “succursale” degli Stati Uniti, in cui si poteva bere tranquillamente e giocare d’azzardo. Per chi volesse conoscere la situazione attuale di questo genere di locali, il consiglio é di leggere il libro di Maurizio Maestrelli dal titolo appunto “Speakeasy”. Una guida tra i bar segreti del mondo, corredata da splendide foto e molte ricette “signature” dei barmen nipoti del proibizionismo. Questo libro vi guiderà alla loro scoperta, presentandovi anche i cocktail esclusivi che vengono serviti, aprendovi le porte a un mondo tanto “nascosto” quanto affascinante. Da notare che negli ultimi “50 best bar of the world” molti dei locali premiati sono spaekeasy, a partire dal primo in classifica, il “Paradiso” di Barcellona, magistralmente guidato da un bartender italiano:  Giacomo Giannotti. Per entrare al Paradiso si deve passare da un negozio di pastrami, situato nel quartiere alla moda di Barcellona, El Born, entrando, letteralmente, in un congelatore per scoprire un locale di alta classe.

 

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