Pictet: ecco gli errori da evitare in sede di passaggio generazionale

Gestire in maniera ordinata il passaggio generale per evitare di disperdere il patrimonio costruito negli anni è tra le principali preoccupazioni delle famiglie imprenditoriali. Del tema abbiamo parlato con Honora Ducatillon, avvocatessa ginevrina nonché head of family advisory di Pictet Wealth Management. Un’attività che la porta a occuparsi di governance familiare (progettazione di un’organizzazione per la comunicazione e il processo decisionale all’interno della famiglia), successione e formazione delle nuove generazioni. Prima di entrare in Pictet, è stata head of family advisory presso Edmond de Rothschild, dove era responsabile dell’offerta di consulenza patrimoniale olistica per le famiglie e dello sviluppo di programmi educativi dedicati alle famiglie.

 

Quali sono gli strumenti più utilizzati per gestire in modo efficiente il trasferimento della ricchezza generazionale?

Negli ultimi anni, le holding di partecipazione famigliari sono stati gli strumenti di pianificazione successoria più utilizzati per il trasferimento di ricchezza da una generazione all’altra. Questo è dovuto principalmente alla semplicità di tali strumenti.

Un fattore ancora più interessante è il fatto che queste strutture consentono di creare una futura “governance”, che è fondamentale in ogni fase dello sviluppo della famiglia, anche quando i figli sono ancora giovani e hanno quindi bisogno di un’adeguata protezione.

Più recentemente, i trust – che per molti anni sono stati considerati uno strumento di pianificazione patrimoniale marginale in Italia – stanno guadagnando terreno a seguito di una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha chiarito vari punti sul suo possibile utilizzo. Gli esperti di pianificazione patrimoniale, quindi, stanno prendendo sempre più in considerazione questo strumento come una reale alternativa alle holding di partecipazione famigliari.

 

Al di là degli aspetti tecnici, qual è il ruolo dei fattori psicologici nella gestione della ricchezza tra generazioni? E quali competenze specifiche avete sviluppato in questo campo?

Troppe persone tendono a sopravvalutare gli aspetti tecnici della ricchezza multigenerazionale (concentrandosi, ad esempio, su strumenti e aspetti fiscali) e a sottovalutare l’importanza degli elementi non razionali. Gli aspetti psicologici, infatti, sono spesso visti come “soft” e da trattare individualmente, lontano dal più difficile “hard business”.

Secondo l’esperienza da noi maturata, però, gli aspetti psicologici possono creare o distruggere la capacità di una famiglia di gestire la ricchezza (sia essa finanziaria o industriale) in quanto gruppo unito. In effetti, le famiglie devono soventemente affrontare complesse questioni emotive e relazionali, che si aggiungono alle consuete problematiche di chi gestisce una società o degli investimenti.

È quindi necessario avere un insieme di competenze multidisciplinari per considerare in toto tutte queste svariate dinamiche sotto il punto di vista del trasferimento di ricchezza tra le generazioni. Oltre alle nostre precedenti esperienze a supporto di gruppi famigliari in qualità di avvocati e family officer, il team di family advisory di Pictet Wealth Management ha sviluppato competenze anche nelle aree della psicologia della gestione della ricchezza, dei sistemi famigliari, con apposite tecniche per facilitare le relazioni inter-famigliari e dell’antropologia (ovvero della comprensione delle specificità della cultura di una famiglia).

 

Quali sono le principali preoccupazioni delle famiglie italiane che hanno a che fare con il trasferimento di ricchezza da una generazione all’altra?

Il più delle volte, le famiglie che devono gestire il trasferimento di ricchezza da una generazione all’altra mirano a preservare il patrimonio e la coesione familiare attraverso le generazioni.

Pertanto, una preoccupazione comune è il potenziale impatto distruttivo della ricchezza sullo sviluppo della generazione successiva dei membri della famiglia. Un’altra è la paura che la ricchezza diventi una fonte di conflitto tra i vari membri della famiglia. Spesso, inoltre, le famiglie temono anche la distruzione del valore e i danni di reputazione che potrebbero essere causati da membri della famiglia “incompetenti”.

In qualità di consulenti, la nostra missione comincia, innanzitutto, ascoltando queste preoccupazioni per aiutare le famiglie a identificare le risorse di cui hanno bisogno per superarle. Lavoriamo a stretto contatto con le famiglie per trasformare queste narrazioni da negative a potenzianti, cioè che si concentrano sui punti di forza e sullo sviluppo delle capacità di ciascun membro della famiglia. Questo, di per sé, rappresenta un cambiamento cruciale nelle dinamiche per una governance familiare di successo.

 

Quali sono le principali criticità che emergono nel trasferimento di ricchezza in Italia e come le gestite?

In Italia, le criticità solitamente derivano dalla tempistica e dalla repentinità delle decisioni di pianificazione patrimoniale. Solo in una fase avanzata della loro vita, infatti, i fondatori di grandi patrimoni famigliari decidono di gestire attivamente il trasferimento della ricchezza. E non necessariamente coinvolgono i diretti interessati – ad esempio, il coniuge e/o i figli – nelle discussioni con i consulenti famigliari. Comprensibilmente, questo atteggiamento deriva spesso dall’abitudine di mantenere un saldo controllo per garantire efficienza e rapidità.

Cerchiamo di ridurre questo orientamento degli imprenditori italiani attraverso un’attività di formazione e con una efficace condivisione di esperienze. Condividiamo, infatti, le storie di altre famiglie che hanno gestito situazioni simili. In questo modo, aiutiamo i nostri clienti a individuare quali approcci e pratiche possono essere applicati più correttamente alla loro situazione.

 

Come utilizzare efficacemente il change management per proteggere il patrimonio familiare durante il passaggio generazionale?

Le famiglie di successo sono consapevoli del fatto che l’unica costante è il cambiamento. La famiglia e il suo patrimonio si evolvono ogni giorno, affrontando tappe fondamentali del loro ciclo di vita, come ad esempio il necessario passaggio tra generazioni, la maturità raggiunta di una nuova generazione o la vendita dell’azienda di famiglia.

Per affrontare questi momenti cruciali, Pictet Wealth Management aiuta le famiglie a tracciare una visione chiara del punto in cui si trovano oggi e le accompagna nell’individuazione di obiettivi futuri. Dopo questa fase di analisi preliminare, i clienti vengono supportati nella definizione di un piano d’azione concreto per raggiungere il futuro desiderato.

Attraverso questo processo, le famiglie imparano a lavorare insieme in modo più strutturato e intenzionale. Acquisiscono esperienza e metodologia, competenze che possono applicare nuovamente al prossimo grande bivio di scelta che si troveranno eventualmente ad affrontare. Una volta un membro della nuova generazione di una famiglia ci ha detto: “La gestione di una famiglia non è un progetto con un inizio, una parte centrale e una fine, ma un processo continuo a cui si è sposati per tutta la vita”.

 

Quando e perché le famiglie hanno bisogno di una vera e propria governance formale?

Ogni gruppo famigliare ha un modo di “fare le cose”: il proprio modo di agire, il proprio stile di comunicazione e le aspettative reciproche di ciascun membro. Quando una famiglia è ancora piccola e tutti i membri vivono sotto lo stesso tetto, l’allineamento avviene in modo continuo e inconsapevole, come se fosse una start-up.

Quando, però, una famiglia diventa più grande e diversifica la propria ricchezza, il livello di eterogeneità e complessità aumenta considerevolmente e l’allineamento frequente tra i membri della famiglia e gli altri stakeholder diventa un lavoro che deve essere organizzato proattivamente, come in una grande azienda.

In questa fase, le famiglie dovrebbero iniziare a lavorare su di un sistema più esplicito, chiaro e strutturato per condividere le informazioni, prendere decisioni e promuovere l’impegno dei membri della famiglia. Le componenti chiave della governance includono tre fattori: comitati come l’Assemblea di famiglia e il Consiglio di famiglia, regole sull’accesso della famiglia al capitale e all’occupazione e meccanismi di risoluzione dei conflitti.

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