Prosegue il buon momento del private equity in Italia

La  crescita dei tassi e il rallentamento dell’economia frenano la corsa del private equity in Italia, che in ogni caso continua ad attraversare un momento positivo. Il primo trimestre, secondo l’Osservatorio Pem di Liuc-Università Cattaneo, si è chiuso con 83 investimenti contro i 91 del medesimo periodo del 2022, ma sopra i 72 deal censiti tra gennaio e marzo del 2021.

Quella registrata nel 2023 è la seconda migliore performance registrata dall’Osservatorio nella prima porzione di anno, nel corso di venti anni di studio e mappatura del settore. La sfida sarà, dunque, quella di affrontare il prosieguo del 2023 cercando di preservare e valorizzare gli investimenti in portafoglio e, se possibile, mantenere l’approccio fortemente proattivo al mercato che ha caratterizzato il settore nell’ultima fase storica.

A marzo, le operazioni di buy out hanno coperto il 72% dei deal totali. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore, con Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sugli scudi, da segnalare la buona performance della Toscana e del lazio; cleantech, prodotti per l’industria e Ict sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con i primi due comparti che costituiscono oltre la metà dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 59% delle operazioni concluse, dato in ulteriore crescita rispetto agli ultimi anni.

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