Jamie Dimon, l’uomo che salvava le banche

Se c’è qualcuno che può celebrare il terzo salvataggio di un istituto di credito nella sua vita di banchiere, quel qualcuno è Jamie Dimon, da quasi vent’anni alla guida di JPMorgan Chase. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto il 1° maggio, relativo alla First Republic di San Francisco.

Intervistato da L’Economia de Il Corriere della Sera, Dimon ha ripercorso la sua carriera, concentrandosi in particolare sul titolo di “cavaliere bianco” delle banche acquisito proprio grazie alle sue capacità in ambito di salvataggi in extremis.

Il primo è targato marzo 2008, quando gli venne chiesto di salvare dal fallimento Lazard, quinta banca americana. Da allora è il leader assoluto dei banchieri Usa, ma la crisi bancaria che il suo intervento evitò esplose comunque sei mesi dopo con il crollo della Lehman Brothers. In quell’occasione la Chase assorbì ad alto prezzo Washington Mutual, la maggiore cassa di risparmio d’America.

Oggi, grazie anche alle acquisizioni, il gruppo Chase è il salvadanaio dei risparmi del 14% degli americani e conta un portafoglio di investimenti di 3.700 miliardi, e si conferma come la banca più redditizia d’America. Dimon, invece, è il banchiere più longevo degli Stati Uniti, oltre ad essere il più ricco – con oltre un miliardo e mezzo di patrimonio personale.

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