Energia, i rischi non sono alle spalle

di Marcello Gualtieri 

I prezzi arrivano prima delle notizie. E così, siamo arrivati all’inizio della primavera senza che nessuna delle previsioni più fosche sull’economia del Paese si siano avverate.

In particolare, è stato scongiurato il pericolo più grande che aveva affossato le aspettative di famiglie, imprese e risparmiatori: un inverno con i cittadini europei al freddo, razionamenti di gas e prezzi dell’energia fuori controllo.

Il prezzo del gas è oggi sensibilmente più basso di un anno fa: al momento di licenziare questo pezzo per la pubblicazione è intorno a 50 euro al megawattora, prima della guerra era oltre 88, ad agosto 2022 era circa 350 euro.

Gli stoccaggi europei (in pratica, le riserve), sono al massimo storico: quasi 80 Gmc, a fronte di una media di 62 nel periodo 2015-2020.

 

Le soluzioni necessarie

Fin qui, sotto questo profilo, abbastanza bene. Ma come evitare di ripiombare nel prossimo shock energetico? Oggi abbiamo sostituito il gas russo con quello dell’Algeria, Stato notoriamente legato militarmente alla Russia e non esattamente un campione di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Ma, come si dice in questi casi, business is business e per il momento va bene così, anzi mille grazie alla tempestiva intuizione dell’allora governo Draghi.

 

Soluzioni pragmatiche

E’ però evidente che non esiste alternativa a una transizione energetica ed ecologica – intelligente e non solamente ideologica – che liberi l’Italia dalla dipendenza dagli acquisti esteri. Difatti, benché si abbia ormai piena consapevolezza della fragilità energetica del Paese sin dagli shock petroliferi dell’inizio degli anni 70, non si è mai fatto nulla. Ciò che mancava (e manca) nel Pnrr è proprio un progetto per ridurre questa dipendenza

Non bisogna dimenticare che, nonostante il crollo dei prezzi riassunto nei dati esposti, il prezzo del gas è comunque oltre il 280% più alto rispetto ai livelli pre-pandemia. Un nuovo shock esogeno provocherebbe una ulteriore fiammata inflazionistica, proprio nei mesi del prossimo inverno, quando invece potrebbe invece iniziare a spegnersi l’attuale fase di rialzo di inflazione e tassi.

 

 

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