Come riporta Affari&Finanza, attualmente la ricchezza gestita dagli operatori del private banking è ancora pienamente nelle mani delle generazioni più anziane: i cosiddetti Baby Boomer (58-74 anni) ne detengono quasi la metà (47%) mentre un 32% è nelle mani della generazione immediatamente precedente, la Silent Generation, che comprende le persone oltre i 74 anni di età.
Per gli esperti di Aipb e Accenture, però, un mercato dall’elevato potenziale è quello della Next Generation, ovvero tutti gli appartenenti alla Generazione X (42-57 anni) e a quella dei Millennial (26-41 anni). Una clientela che si muove tra le generazioni, con valori diversi e differenti modalità di relazione con il banker: per questo, anche la consulenza nei loro confronti deve essere diversa, più essenziale e sicuramente più evoluta, digitale.
In generale, però, dalle indagini dell’Aipb emerge un dato che sembra accomunare un po’ tutte le generazioni, e si tratta di un elevato grado di soddisfazione nei confronti del private banking.
Sfide generazionali che i banker, per primi, si trovano a dover affrontare: tra i 15 mila consulenti e private banke convivono ben quattro generazioni: la Generazione X per il 78%, Millennial con il 12%, i Baby Boomer per il 9% e Generazione Z con un risicato 1%.
Una sfida nella sfida per tutti, dai clienti ai professionisti, per un settore che nei prossimi anni vedrà diversi cambiamenti, a cui qualcuno dovrà cercare di abituarsi più di altri.