Il design è sempre più protegonista nelle aste

Di Giacomo Nicolella Maschietti

 

La personalizzazione degli spazi domestici, che ormai viviamo sempre di più anche per lavorare da remoto, ha portato ad una crescente attenzione nei confronti di tutto ciò che è design o arti decorative. Lo sanno le aziende, che si sono attrezzate per offrire costantemente nuove proposte, lo sanno gli operatori del mercato secondario, che dirigono i flussi dei desideri dei clienti finali. Che si parli di illuminazione, arredi, sedute o complementi, la ricerca del trend e la qualità prezzo sono i driver principali che guidano un acquisto. Negli ultimi due anni si è registrata una crescita di interesse proprio laddove il mercato può offrire pezzi di pregio, spesso firmati, a prezzi estremamente interessanti. Per molti, acquistare una sedia originale degli anni ’50 ha molto più valore che preferirne una di ultima produzione. Si impone il desiderio di dare il benvenuto in casa ad arredi capaci di durare nel tempo, caratterizzati da un design rigoroso, essenziale, poco incline a strizzare l’occhio alle mode più effimere del momento. Ancora meglio, se un pezzo possiede anche la dote della polifunzionalità, è decisamente quello da scegliere.

Ecco allora che i cataloghi delle aste, nazionali e non, offrono spunti particolarmente interessanti. Ma su cosa conviene orientarsi? Quanto bisogna spendere? Dove si trovano le offerte migliori? Private ha voluto intervistare Giacomo Abate, responsabile assieme ad Andrea Schifo del dipartimento Design della casa d’aste Wannenes.

 

Il design in asta si conferma dipartimento di grande interesse, in particolare i pezzi firmati dei 

grandi maestri italiani. Quali sono gli oggetti e i periodi più apprezzati?

 

Il periodo che raggiunge ancora il maggiore consenso sono gli anni ’50. Però la clientela cerca pezzi sempre più selezionati. Quelli anonimi e di gusto che fino a qualche anno fa si vendevano con grande facilità, non riscontrano più particolare apprezzamento e spesso restano invenduti. In sostanza il manierismo di  medio livello e le cose di gusto ma non di particolare qualità o interesse che fino a qualche anno fa performava anche molto bene rischia con buona probabilità di restare invenduto. Si confermano di grande interesse i lavori di Giò Ponti, di Carlo Mollino, che continua a raggiungere prezzi elevatissimi, Ettore Sottsass degli anni ’50, Carlo Scarpa, Gabriella Crespi per quanto riguarda gli anni ’70, e ancora la collaborazione fra l’artista designer francese Max Ingrand e la milanese Fontana Arte.

 

Web only o aste in presenza: fare offerte da remoto è la nuova realtà delle aste?

 

Il mondo corre veloce e il nostro dipartimento funge anche da laboratorio per tutta l’azienda. Per primi abbiamo abolito il catalogo cartaceo due anni fa in quanto ci siamo resi conto che era anacronistico ed anti ecologico. Dopodiché abbiamo anche eliminato l’impaginazione cercando di dare un’immagine più pulita e snella a tutte le nostre vendite. Direi che per i lotti che vengono venduti entro i 5/7mila euro non vi è più differenza sostanziale fra le aste in presenza e quelle web only. In ogni caso per quel che riguarda il nostro settore ci sembra funzionino meglio le aste con il battitore fisico piuttosto che quelle a tempo.

 

Clientela globale: da dove arrivano le richieste più interessanti per comprare e vendere oggetti di design alle aste?

 

Tranne alcune eccezioni noi abbiamo principalmente dei venditori italiani. L’azienda ha 12 dipartimenti che coprono pressoché  tutti i settori di interesse. Una situazione tipica è quella di intere proprietà o eredità che vengono affidate globalmente alla casa d’aste, dopo di che gli esperti dei vari settori inseriscono nelle proprie vendite gli arredi o le opere.di solito è una situazione molto favorevole e molto apprezzata dal mercato perché gli oggetti che arrivano direttamente dalle case stimolano l’interesse di collezionisti e operatori di settore. Recentemente abbiamo avuto anche professionisti che dalla Repubblica Ceca ci hanno inviato delle proposte e alcune sono state inserite nelle nostre vendite. I compratori invece sono principalmente esteri, fino ad alcuni anni fa la clientela americana era quella più agguerrita, attualmente abbiamo moltissimi clienti francesi e dei Paesi Bassi, direi che sostanzialmente siamo ad un 70% estero e 30% Italia per quel che riguarda gli acquirenti.

 

Da anni è in corso una grande rivalutazione degli anni ’50 / ’60 che ha riconfigurato le case degli italiani. Quali sono le ultime tendenze che verificate da addetti ai lavori?

 

Si percepiscono due tendenze molto interessanti: la prima è la ricerca del colore e dell’ironia e della forma pura, quindi sembra ci sia incorso una grossa rivalutazione al contempo molto selezionata sia degli anni ’20/’30 che degli anni ’80. L’altra tendenza è una di quelle che con ironia definisco le mie fisse: ovvero l’alternanza. L’alternanza fra la mente e il cuore quindi fra lo stile rigoroso giornale ed intellettuale e quello invece libero e decorativo. Per fare un’estrema sintesi: tra neo classicismo e barocco. Oggi siamo un po’ di più sul barocco. Dopo il minimalismo che ha connotato gli anni ’10 del nuovo millennio, oggi si cercano arredi di grandissima qualità, con più colore e con più forme libere.

 

 

 

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!