Angelo Deiana
Nel mondo delle tecnologie esponenziali e dell’intelligenza artificiale è sempre più difficile distinguere quali siano i confini dell’innovazione finanziaria. I nuovi prodotti complessi di finanza strutturata e di finanza sintetica e virtuale rappresentano territori inesplorati che vanno compresi e approfonditi da parte di tutti gli operatori in termini di interazione per le asimmetrie informative che generano con il sistema complessivo degli investitori, anche quelli qualificati. Tutto questo anche per regolamentarle in modo equilibrato, ovvero compensando le asimmetrie senza appiattire i processi innovativi.
Un flusso continuo di novità
Il problema è quello del flusso continuo di emersione dell’innovazione dal Vaso di Pandora attuale: le autorità non riusciranno a riportarlo dentro perché si tratta di una mutazione profonda che impatta in maniera straordinaria lo sviluppo della platform economy di tipo finanziario e delle intelligenze artificiali che le supportano.
Un mondo che rischia di sconvolgere il sistema bancario e finanziario che conoscevamo. La domanda da porsi è semplice anche se la risposta è molto complessa: l’impatto dell’IA generativa: intaccherà solo la superficie dei modelli economici delle banche o aiuterà a correggere le loro prestazioni finanziarie? Certamente l’IA generativa può contribuire a ridefinire il vantaggio competitivo di una banca nelle relazioni con i clienti, elevando la comunicazione a nuovi livelli di personalizzazione ed efficacia.
Ciò potrebbe consentire alle banche di capitalizzare meglio gli investimenti a lungo termine in tecnologie cloud e IA, creando nuovo valore. Questo perché l’investimento in IA/IT può aumentare il valore dei servizi che motivano la disponibilità dei clienti a pagare per esperienze di primo livello, proteggere i sistemi dagli attacchi informatici e integrare le interazioni dei singoli player nelle piattaforme non bancarie.
La rivoluzione digital
Per questo, la digital trasformation è diventato un tema devastante, non più stampato solo su articoli e libri, ma rinvenibile concretamente nel mercato stesso.
In alcuni casi, nel nostro caso, si vede in maniera più esplicita con la sempre maggiore diffusione del fintech. In altri campi lavora sottotraccia, ma sta ugualmente producendo un grande cambiamento, una grande capacità di interazione con un mercato, quello bancario italiano, che ha tanti tipi diversi di clientela target e su cui opera una molteplicità di soggetti: banche grandi, banche medie e medio-piccole e su cui stanno crescendo una serie di player nuovi, tecnologici, piuttosto che ibridi.
L’impatto sul sistema dei pagamenti
Senza dimenticare tutto il sistema dei pagamenti che rappresenta la prima vera porta del mercato dell’innovazione. Anche perché, nei vari documenti diffusi dalle banche centrali si parla sempre di coesistenza fra moneta digitale e analogica, almeno fino a quando ci sarà domanda per il contante fisico. I cittadini-consumatori saranno i primi ad accorgersene.
In ogni caso, il tema fondamentale rimane uno solo: la digitalizzazione entra a gamba tesa nel sistema bancario e finanziario, ma va assolutamente “fintegrata” con la consulenza, il rapporto empatico, i soft-skill e tutti gli altri elementi irrinunciabili per costruire un rapporto di fiducia con il cliente. Una convivenza strategica che rappresenta il “first best” per andare nel futuro.