di Marcello Gualtieri
Alla fine l’ha spuntata la lobby del bitcoin. Con una decisione che lascia esterrefatti, la Sec ha deciso di ammettere a Wall Street le quotazioni degli Etf della più nota tra le criptovalute. C’erano già state alcune avvisaglie: la stessa Sec aveva ammesso alle quotazioni le società che gestivano le piattaforme sulle quali si svolgeva il trading di cripto attività. Successivamente, Jerome Powell, Governatore della Fed aveva dichiarato in una audizione al Senato, sia pur per inciso e non in maniera troppo chiara, che la Fed era disponibile a valutare le stablecoins come una forma di moneta.
Una pseudo-legittimazione
Con la decisione in commento, la Sec ha completato il processo di pseudo legittimazione della più grande bolla speculativa della storia dell’economia.
A nulla sono serviti gli alert arrivati con i primi colossali fallimenti che hanno scoperchiato truffe gigantesche. Ecco un breve riepilogo: FTX: buco di $9 miliardi; BlockFi: buco di $1,3 miliardi; Three Arrows Capital (3AC): buco di $3,5 miliardi; Core Scientific: buco di 1,3 miliardi; Voyager Digital: buco di 1,3 miliardi; Celsius Network: buco di 1,2 miliardi; Luna e TerraUSD: buco di 42 miliardi. A nulla sono servite le condanne al fondatore di FTX, Sam Bankman-Fried, e di Changpeng Zhao, fondatore e Ceo di Binance, che si è finanche dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro e violazione delle normative Usa.
Opportunamente la Bce è scesa in campo con una dichiarazione che non lascia spazio ad equivoci: il valore equo del Bitcoin è pari a zero; il bitcoin non è un mezzo di pagamento accettato, non è adatto come investimento, non genera alcun flusso di cassa o dividendi, non può essere utilizzato in modo produttivo e non offre alcun beneficio sociale, non ci sono dati economici fondamentali, non c’è un valore equo da cui si possano ricavare previsioni serie.
Fondamentali fragili
Il livello del prezzo del bitcoin non è un indicatore della sua sostenibilità. La capitalizzazione ‘di mercato’ quantifica solo il danno sociale complessivo che si verificherà quando il castello di carte crollerà con una redistribuzione finale della ricchezza a spese dei meno sofisticati (leggi: allocchi di turno).
Mai come oggi è fondamentale affidarsi a consulenti professionali e private banker che mai proporranno ai propri clienti questa forma di utilizzo dei propri fondi.