UBS ha archiviato il terzo trimestre dell’esercizio in corsi con un utile netto di 1,43 miliardi di dollari, superando nettamente le previsioni degli analisti, che stimavano un utile limitato a 825 milioni. Un risultato che rappresenta un’importante ripresa rispetto allo stesso periodo del 2023, quando l’istituto elvetico aveva riportato una perdita di 785 milioni di dollari, dovuta in gran parte ai costi connessi all’acquisizione di Credit Suisse.
I ricavi operativi della banca svizzera sono aumentati del 5%, attestandosi a 12,33 miliardi di dollari. Parallelamente, UBS ha mantenuto il controllo delle spese, riducendole di circa 800 milioni di dollari, migliorando così il rapporto costi/ricavi a 83,5%. La gestione patrimoniale ha registrato afflussi di 25 miliardi di dollari, con un aumento del 15% degli asset totali in gestione, che ora raggiungono i 6200 miliardi.
L’integrazione di Credit Suisse continua poi a progredire: UBS ha completato l’assorbimento dei conti dei clienti di Credit Suisse in Lussemburgo e Hong Kong e prevede di concludere l’operazione in Giappone e Singapore entro fine anno, con il mercato svizzero programmato per il 2025.
Sergio Ermotti, CEO di UBS, ha sottolineato il successo dell’integrazione di Credit Suisse e la disciplina con cui UBS sta perseguendo i propri obiettivi di riduzione dei costi ed efficienza operativa. Ermotti ha dichiarato che la banca sta riuscendo a limitare i rischi e a mantenere il controllo sulle spese, riducendole significativamente. Ha ribadito l’impegno di UBS nel portare a termine l’integrazione senza intoppi, continuando a rafforzare le proprie capacità in ambito di gestione patrimoniale e rispondendo alle sfide poste dall’assimilazione delle attività di Credit Suisse.