Angelo Deiana
Tra i fattori che caratterizzano l’ambiente competitivo del sistema bancario e finanziario e, di conseguenza, la necessità eventuale di regolamentazione, uno dei temi che avrà un forte impatto sulle scelte strategiche sarà quello relativo alla sostenibilità, attraverso l’integrazione dei criteri Esg nell’offerta dei prodotti e servizi, e una maggior attenzione agli SDgs (Sustainable Development Goals dell’Onu) nell’operatività e nella Csr aziendale.
Il nodo delle competenze
D’altro canto, banche e fintech già considerano la sostenibilità un fattore critico e distintivo nella gestione soprattutto del credito. In particolare, la crescita del volume degli investimenti con cifre significative e logiche reali di sostenibilità fa ben sperare, considerato che parliamo di investitori la cui decisione di allocare risorse e portafogli in finanza sostenibile dimostra che conviene anche in termini economici.
È una svolta dal grande potenziale, purché si prendano sul serio due temi su cui tenere altissima l’attenzione: il tema delle competenze (in particolare, tra gli altri, su credit risk assessment e reportistica), e il rischio del greenwashing.
In particolare, la consulenza fintech avrà un ruolo chiave nel traghettare il risparmio privato verso asset allocation sostenibili pur non dimenticando che, in questo contesto, il tradizionale framework di gestione del rischio aziendale deve essere modernizzato e integrato con elementi volti a contrastare e mitigare i rischi derivanti dall’implementazione di logiche anche regolamentari di tipo Esg.
Tra regole e innovazione
Si tratta, infatti, di comprendere bene i complessi livelli di equilibrio sul rapporto tra regole e innovazione. Troppo spesso, infatti, tale rapporto viene visto in termini conflittuali: da un lato c’è la lentezza e, talvolta, la scarsa comprensione del regolatore per i nuovi fenomeni; dall’altro, la velocità e la forza dirompente delle innovazioni tecnologiche e di mercato.
Bisogna, però, comprendere che questo attrito tiene in considerazione solo la dimensione difensiva della regolazione stessa e, dunque, non rappresenta le altre funzioni delle regole nel settore finanziario, in particolare quelle indirizzate alla creazione di una piattaforma dove gli interessi di tutti i soggetti significativi (imprese, banche, consumatori, innovatori, investitori) siano in equilibrio.
Dimensioni complementari
Con la conseguenza concreta che sicurezza ed innovazione non sono dimensioni alternative, ma profili che concorrono al bene comune. Come la sintesi di un famoso detto per cui bisogna marciare divisi per colpire uniti.
D’altra parte, la velocità e gli impatti dell’innovazione tecnologica e di mercato che stiamo vivendo mettono spesso in discussione le regole concepite in un’epoca precedente, le quali non sempre sono adeguate a gestire i rischi e le opportunità dei nuovi fenomeni fintech e Esg.