Roberto Falzoni, Alessandro Taglietti
Nel 2024 il mercato azionario ha avuto un unico protagonista: i grandi titoli tecnologici americani legati all’intelligenza artificiale. Per l’anno in corso è fondamentale ripensare la struttura del proprio portafogli per navigare la volatilità macroeconomica. I mercati statunitensi rappresentano il 70% dell’indice globale Msci world, il che comporta un forte rischio di concentrazione per una tipica gestione azionaria. Se è vero che l’economia americana rimane solida, le valutazioni elevate e i segnali di rallentamento su leader come Microsoft, Apple e Nvidia rendono necessaria una ripartizione del rischio su un ventaglio più ampio di settori e geografie.
Ridurre la correlzione
Un’alternativa particolarmente interessante è data dai mercati emergenti, che sono poco correlati con gli indici dei paesi sviluppati e godono di valutazioni di sconto in termini di rapporto prezzo utili, offrendo dunque un notevole potenziale. Un ulteriore catalizzatore sarà anche il dollaro: la moneta statunitense è fortemente sopravvalutata e dovrebbe tendere ad indebolirsi nel corso dell’anno. Tipicamente un dollaro debole favorisce i mercati emergenti, che beneficiano dello stimolo che questa situazione offre al commercio globale, e di un costo inferiore legato agli interessi sul debito verso investitori esteri, tipicamente denominato in dollari.
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Rapporto Prezzo Utili |
Rendimento da inizio anno |
Rendimento ultimi 6 mesi |
Msci World |
22.852 |
3.2% |
4.9% |
Msci Emerging Markets |
14.708 |
5.6% |
3.2% |
Msci China |
13.297 |
16.1% |
31.4% |
Msci India |
23.383 |
-7.0% |
-12.2% |
Msci Brazil |
8.087 |
11.0% |
-14.9% |
Msci Mexico |
13.459 |
9.5% |
-6.2% |
Msci Argentina |
8.446 |
-7.7% |
55.7% |
Msci Saudi Arabia |
19.500 |
2.3% |
0.0% |
Msci UAE |
8.991 |
6.7% |
20.1% |
Il caso Cina
La Cina è il naturale punto di partenza per qualunque analisi sui mercati emergenti. L’economia del dragone ha attraversato una fase di forte difficoltà dopo il Covid, con un rallentamento della crescita e la crisi del mercato immobiliare, che ha abbattuto il sentiment dei consumatori. Dalla fine del 2024 abbiamo iniziato a vedere un’inversione di rotta, con segnali di maggiore stimolo economico da parte del governo, nonché un riallineamento politico del presidente Xi Jinping con i magnati della tecnologia, come Jack Ma di Alibaba. L’indice Msci China ha registrato un rendimento stellare del 31% negli ultimi 6 mesi, di cui 16% realizzati nel 2025, sulla scia del lancio di Deepseek, il rivale Cinese di ChatGpt che ha riacceso l’interesse per il settore tecnologico del gigante asiatico. Emerge chiaramente che negli ultimi mesi vi è già stata un’importante ripresa, ma le valutazioni restano molto basse, con i massimi del 2021 ben lontani dopo un calo del 45%, lasciando spazio per un ulteriore impulso.
Opportunità di diversificazione
L’India è senza dubbio un mercato da tenere sul proprio radar, dato che sta attraversando una fase di forte correzione dopo la lunga tendenza rialzista degli anni passati. Se da un lato le prospettive di crescita a lungo termine sono estremamente interessanti, le valutazioni dei listini sono ancora elevate, essendo addirittura superiore alla media mondiale, che include i paesi sviluppati; è prudente attendere un’ulteriore normalizzazione del rapporto prezzo utili prima di investire.
Un’opportunità più speculativa la troviamo nei paesi dell’America Latina, che trattano a forte sconto ma presentano maggiori rischi, data l’instabilità politica ed economica della regione. Guardiamo infine ai paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita e Emirati Arabi, che stanno accelerando sempre più il proprio sviluppo e svolgeranno un ruolo sempre più centrale nell’economia globale. Potremo investire tramite gli indici MSCI Saudi Arabia e MSCI UAE, che con l’ondata di nuove quotazioni che si stanno registrando in questi mercati, saranno sempre meno esposti al petrolio, rappresentando uno spettro più ampio di settori.
Come investire
Gli investitori potranno posizionarsi tramite Etf sui mercati più promettenti oppure sull’indice Msci Emerging Markets, che rappresenta il paniere complessivo delle nazioni in via di sviluppo, riducendo dunque l’esposizione alle dinamiche di singoli paesi.
Rispetto ai mercati americani ed europei, gli emergenti sono nettamente più volatili: è fondamentale adottare un approccio più tattico, dispiegando il capitale in maniera graduale e traendo vantaggio dalle frequenti correzioni per entrare su livelli attrattivi.