iShares, l’era del model portfolio

Il mercato della consulenza fee only in Italia stenta a decollare, ma il consulente finanziario indipendente è una figura di cui molto si parla in questi tempi, specie alla luce della nuova normativa europea sui mercati e gli intermediari, la Mifid 2. Negli Stati Uniti, invece, la figura del consulente finanziario fee only rappresenta il mercato per antonomasia.

Inoltre, al di là dell’Atlantico si sta assistendo a una rivoluzione silenziosa: quella del model portfolio tanto che, fa sapere Emanuele Bellingeri (nella foto), managing director e responsabile per l’Italia di iShares, gruppo BlackRock, “il 79% dei consulenti negli Usa costruisce l’asset allocation dei clienti usando portafogli modello e la stragrande maggioranza di questi è supportata da una direzione centrale”.

Concentrarsi sul core business Il model portfolio consente ai consulenti e alle banche di costruire un’asset allocation personalizzata per la clientela, attraverso l’uso di Etf e fondi comuni di investimento. Con l’avvento della Mifid 2, del resto, la documentazione, le informazioni e gli obblighi organizzativi per le banche e per i gestori patrimoniali si moltiplicano. Questo permette che preziose risorse professionali, generalmente impiegate per acquisire nuova clientela e gestire le relazioni con quella già esistente, vengano sottratte da tali attività. Inoltre con l’entrata in vigore della Mifid 2 diventerà più serrata la concorrenza sul mercato e sono attese soluzioni tecnologiche innovative e a basso costo, con processi sempre più semplici nelle attività di consulenza finanziaria. In questo scenario l’esperienza nei mercati dei capitali e l’elevato livello della qualità dell’advisory diventano dunque un fattore competitivo fondamentale, che può essere facilmente implementato utilizzando i servizi di un asset manager globale. Per questo motivo le banche e i gestori hanno bisogno di soluzioni che consentano loro di concentrarsi sul proprio corebusiness, soprattutto in un contesto di scarsa reddittività per le realtà finanziarie, come quello attuale. “Il model portfolio mette a disposizione soluzioni che rispecchiano un’attenta profilatura del cliente grazie a un accurato lavoro di relazione: un consulente discute delle esigenze e degli obiettivi, in modo da personalizzare le decisioni di investimento su cui poi intervengono gli algoritmi a definirne i pesi e la tipologia”, spiega Bellingeri. Continua: “Si possono isolare dei sottoinsiemi e poi proporre un portafoglio, come avviene per la gestione patrimoniale e i fondi di fondi. In questo modo il banker può dedicare più tempo alla ricerca di nuovi clienti”.

E l’Italia? “In Italia tute le grosse reti dispongono di un servizio di advisor che fornisce portafogli modello ma poi la loro diffusione dipende dalle tipologie della rete e dalle decisioni della direzione centrale”, precisa. Spazio di crescita In anni recenti si è assistito a un rinnovato assetto dei mercati finanziari, caratterizzato da tassi zero e da elevati livelli di correlazione tra asset class e da volatilità. Una tendenza che ha avuto un effetto sulla valorizzazione della gestione passiva in tutte le sue forme; dagli Etf, passando per i fondi passivi, fino ai mandati segregati rivolti agli investitori istituzionali. “Noi siamo molto contenti del lavoro svolto fino a oggi. Forniamo model portfolio ai consulenti e lavoriamo con le direzioni centrali e con i team di advisory. Inoltre possiamo soddisfare le esigenze anche degli investitori privati tramite i servizi roboadvisor che a loro volta scelgono il nostro supporto per la costruzione dei portafogli modello. Ma in Italia c’è ancora molto lavoro da fare”, dice ancora il manager. Il mondo del private banking, su questa scia, si sta ridisegnando e guarda a strumenti di investimento a cui prima non guardava affatto. “C’è moltissimo spazio di crescita. È un settore, quello del private banking in forte evoluzione. Sul tema Etf, per esempio, prima si osservava una forte resistenza anche a parlarne. Ora noi, come iShares, dialoghiamo anche coi banker e non solo con le direzioni centrali, segno che l’attenzione verso gli strumenti è in aumento.”, sottolinea. Infine, conclude Bellingeri, “si stanno consolidando i consulenti indipendenti esistenti, vediamo come si prefigureranno i prossimi tempi per poi constatare una crescita importante, anche in Italia”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!