Wikileaks, ora le banche nel mirino

Diciamocelo pure, le rivelazioni diplomatiche di Wikileaks si sono rivelate un mezzo flop. Non tanto nel senso, ovvero nel loro mostrare la mediocrità del sistema e di buona fetta degli uomini che lo governano, piuttosto nella totale mancanza di effetto sorpresa, perché si sa, orami questo è un pensiero comune a tutte le persone dotate di raziocinio.

Fatto sta che ora il nuovo obiettivo sembrano essere le banche internazionali e con loro i consueti cravattoni che le gestiscono. Come riporta il Corriere della Sera, Julian Annange si è così espresso ai microfoni di Forbes: “All’inizio del prossimo anno una grande banca americana si ritroverà turned inside out(rovesciata). Decine di migliaia dei suoi documenti verranno pubblicati su Wikileaks, al di là delle richieste dei manager o altri avvertimenti.  La pubblicazione metterà a nudo i segreti della finanza sul web, a vantaggio di ogni cliente, concorrente, o legislatore”.  Insomma, si annunciano rivelazioni “È una grande banca americana?”, gli viene chiesto. “Sì”, risponde Assange. “Non vi dirò di più. Esporrà i livelli esecutivi in un modo che stimolerà indagini e riforme. Presumo”. Manager corrotti? Piani alti che si intascano superbonus? Risparmiatori indirizzati verso prodotti spazzatura ma profittevoli (per la banca)? Chissà se questa volta si riuscirà a uscire dal vortice dell’acqua calda.

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