Attenuazione della tensione: il commento ai mercati di oggi di Anthilia

A cura di Anthilia Capital Management
La correzione sui mercati è stata innescata dal rallentamento dell’economia cinese e da una gestione poco efficace da parte delle autorità locali. Al sell-off hanno contribuito i timori di una svalutazione competitiva e gli scarsi risultati delle misure di contenimento dei rischi di bolla sui mercati locali. L’incertezza della Fed in relazione al possibile rialzo dei tassi ed il calo delle commodities sembrano avvalorare la teoria del rallentamento globale. Gran parte delle società legate al dollaro sono tornate sui livelli di inizio anno, come se la svalutazione indotta dal QE non avesse mai avuto luogo.
Prospettive. Il quadro macro globale non giustifica a nostro avviso il pessimismo delle ultime ore. Le economie dei Paesi industrializzati mostrano tassi di crescita moderati ma stabili. In USA il settore manifatturiero, penalizzato dal dollaro forte, è stato controbilanciato da un settore servizi solido. In Europa gli indicatori legati al ciclo economico si sono riportati sui massimi di aprile. Il pessimismo nei confronti della Cina sembra eccessivo. Il quadro macro traccia una crescita di poco inferiore al target ufficiale del 7% e a breve sono attesi gli effetti dello stimolo monetario e fiscale attivato nei mesi scorsi. Un quadro diverso dalla “recessione globale” che i mercati cominciano a prezzare con l’ultimo movimento. Quanto osservato recentemente sembra una reazione emotiva a cui è seguito un aggiustamento di portafoglio guidato da logiche di controllo del rischio. L’emotività è stata guidata da una perdita di fiducia nella crescita globale amplificata da una gestione approssimativa da parte delle autorità monetarie cinesi. Ci aspettiamo una attenuazione della tensione nelle prossime settimane con lo stabilizzarsi della situazione in Cina ed una condotta delle autorità più “credibile” nel medio termine.
Mercati
La correzione sui mercati è stata innescata dal rallentamento dell’economia cinese e da una gestione poco efficace da parte delle autorità locali. Al sell-off hanno contribuito i timori di una svalutazione competitiva e gli scarsi risultati delle misure di contenimento dei rischi di bolla sui mercati locali. L’incertezza della Fed in relazione al possibile rialzo dei tassi ed il calo delle commodities sembrano avvalorare la teoria del rallentamento globale. Gran parte delle società legate al dollaro sono tornate sui livelli di inizio anno, come se la svalutazione indotta dal QE non avesse mai avuto luogo.
Prospettive
Il quadro macro globale non giustifica a nostro avviso il pessimismo delle ultime ore. Le economie dei Paesi industrializzati mostrano tassi di crescita moderati ma stabili. In USA il settore manifatturiero, penalizzato dal dollaro forte, è stato controbilanciato da un settore servizi solido. In Europa gli indicatori legati al ciclo economico si sono riportati sui massimi di aprile. Il pessimismo nei confronti della Cina sembra eccessivo. Il quadro macro traccia una crescita di poco inferiore al target ufficiale del 7% e a breve sono attesi gli effetti dello stimolo monetario e fiscale attivato nei mesi scorsi. Un quadro diverso dalla “recessione globale” che i mercati cominciano a prezzare con l’ultimo movimento. Quanto osservato recentemente sembra una reazione emotiva a cui è seguito un aggiustamento di portafoglio guidato da logiche di controllo del rischio. L’emotività è stata guidata da una perdita di fiducia nella crescita globale amplificata da una gestione approssimativa da parte delle autorità monetarie cinesi. Ci aspettiamo una attenuazione della tensione nelle prossime settimane con lo stabilizzarsi della situazione in Cina ed una condotta delle autorità più “credibile” nel medio termine.

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