Usa: un contesto favorevole per le small cap

Analisi a cura di Legg Mason

Abbiamo recentemente assistito ad un crescente interesse da parte degli investitori per le small-cap. Un aspetto interessante – e forse meno noto agli investitori –di queste società consiste nel loro andamento in un contesto di rialzo dei rendimenti, quale è quello atteso in base alle prospettive della Federal Reserve. Come evidenziano gli esperti di Royce&Associates, affiliata di Legg Mason con focus in ambito mid, small e micro cap, se guardiamo al 2013 e al 1999 – due anni solari segnati da una discesa dei bond – in entrambi i casi le small-cap hanno sensibilmente sovraperformato le large-cap. Infatti, la correlazione tra le small-cap ed i bond investment grade è meno della metà di quella con le società a capitalizzazione più elevata e questo si spiega, secondo noi, attraverso due ragioni fondamentali. Da un lato, infatti, l’aumento dei rendimenti rende meno appetibili i dividendi, tipicamente offerti dalle società large cap.

Inoltre, il fatto che le small-cap siano più direttamente legate all’economia domestica, dal momento che gran parte del loro fatturato è generato internamente e sono tendenzialemte più cicliche, le rende le principali beneficiarie di un miglioramento della crescita, che tipicamente contraddistingue le fasi di rialzo dei tassi di interesse. Un’ulteriore evidenza riscontrata, soprattutto tra le small cap, durante i cicli di rialzo dei tassi consiste nel diverso risultato offerto dai titoli “growth” e “value”, con un vantaggio degli ultimi sui primi.

Come emerge dal grafico sottostante, che mette in relazione la componente growth e value dell’indice Russell 2000, il gap, che vedeva in vantaggio la componente growth dell’indice, si è chiuso a partire dal Dicembre 2015 – quando abbiamo assistito al primo rialzo da parte della Fed – e si è addirittura invertito, a vantaggio della componente value con l’elezione di Trump a Novembre 2016. La fine di una fase segnata da un accesso facile ed economico al mercato del debito pone infatti in svantaggio le società che generano profitti elevati, ma hanno una struttura dei costi fortemente a leva, mentre le società “value” vengono spesso percepite come una proxy di società dove è possibile trovare qualità a valutazioni contenute.
Indici Russell 2000 Growth e Russell 2000 Value nel periodo 1 Gen. 2015 – 28 Feb 2017 e Fed Funds Target Rate

VALUTAZIONI: È ANCORA POSSIBILE TROVARE DEL VALORE?
Nel 2016 i listini azionari americani hanno vissuto un deciso rialzo, che lascia spazio ad interrogativi sulle opportunità ancora da cogliere, a fronte di una volatilità che rimane molto contenuta.
Secondo gli esperti di Royce&Associates, lo stadio avanzato di questo ciclo rialzista è in realtà un aspetto che riguarda più che altro le società a capitalizzazione elevata del mercato americano, dal momento che il ciclo delle small-cap si trova infatti in una fase differente e molto più embrionale.

Anche sotto il profilo della volatilità, le small-cap hanno vissuto tra il 2004 a oggi molta meno stabilità rispetto alle società di dimensioni maggiori. Nonostante parte di questa volatilità sia stata dettata più dal contesto politico che dai fondamentali, il supporto offerto in questo momento da un contesto economico favorevole e da proiezioni positive sugli utili ci porta a ritenere improbabile una correzione al ribasso significativa (superiore al 15%) per le small-cap.
Come già vissuto nel terzo trimestre dello scorso anno, i primi tre mesi del 2017 hanno visto una frenata delle small cap a favore delle large cap, a fronte dell’incertezza che ha seguito la fase di ottimismo successiva all’elezione di Trump.

Tuttavia, secondo i gestori di Royce&Associates, si tratta in realtà di una sorta di pausa all’interno del rally in corso, motivata anche dalla necessità da parte degli investitori di assorbire l’impatto sulle società in portafoglio delle novità legate alle decisioni della Fed.

Non solo, trovandoci in un ciclo rialzista ancora giovane per le small-cap, potrebbe trattarsi anzi di correzioni salutari e vantaggiose per incrementare o creare posizioni a prezzi convenienti.
Il contesto economico si pone a supporto di un ciclo positivo di crescita per le small-cap e, a fronte del rialzo dei tassi avviato dalla Federal Reserve, ci sono buone ragioni per favorire la componente “value” dell’indice Russell 2000. Sostenitore di questo approccio è Bill Hench, che da più di 10 anni si occupa della gestione del fondo Legg Mason Royce US Small Cap Opportunity.

Secondo Bill Hench le opportunità in questo spazio sono in continua evoluzione, dal momento che il susseguirsi degli eventi di mercato, spesso inaspettati, crea in molti casi finestre interessanti per un ingresso a basso costo su alcune di queste società.

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