Piccolo Diario di un Family Banker. Il Telefono

….Un tempo non tanto lontano il telefono era un apparecchio fisso, nel senso di attaccato al muro, avvitato con i tasselli, non so se mi sono spiegato. Io sono abbastanza vecchio da ricordarmelo appeso all’altezza della mia testa, nero e di bachelite, nel corridoio di casa mia.

Poi  è arrivato quello da tavolo – sempre nero – e solo il filo era attaccato al muro. Ma ancora non poteva seguirci ovunque.

Poi è stato inventato il cordless – e già che la parola sia inglese sta a significare un’epoca più recente – e il muro non c’entrava più. Ma anche con quello non è che si potesse andare tanto in giro. E infatti lo chiamiamo ancora “fisso” per differenziarlo da quello mobile, l’invenzione del secolo:il cellulare. Ecco: qui stiamo parlando dell’epoca a.C., che non vuol dire “avanti Cristo”ma “avanti Cellulare”.

Prima di questo, infatti, il telefono non era parte di ciò che le nostre tasche possono contenere, un’appendice da usare quando e dove si vuole, una specie di prolungamento del nostro corpo. Fino a qualche anno fa, per telefonare bisognava “mettersi” a telefonare. E mettersi a telefonare non era un’ azione che si fa col cellulare, ovunque, spontanea, naturale. Infatti oggi “si telefona”, ieri “si andava” a telefonare. Come si va in bagno o in cucina. O al cinema. Quando ho cominciato a lavorare assieme al Mio Capo, lui ha accettato di buon grado, credo, ma a condizione di fare come diceva lui, ma a condizione di far come diceva lui. Mi sembra logico, sono andatola lui per questo. La seconda condizione che ha posto è che non facessi domande o non mi mettessi a discutere i suoi ordini (di ordini, infatti, si trattava).

Beh, all’ inizio di una nuova esperienza è abbastanza usuale mettersi nelle mani di qualcuno più esperto di te e accettarne le direttive. Poi, col tempo, imparerai ad essere autonomo…

Così ho accettato…

 

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