Futuro dei PF, su Bluerating arrivano le prime proposte istituzionali

La discussione partita all’interno della comunità online di Bluerating sul futuro della professione di promotore finanziario sembra iniziare a produrre i primi eco anche a livello istituzionale. Carlo Piarulli, segretario generale di Assonova, ha espresso ha ad esempio espresso tutta la sua preoccupazione “per un’industria che negli ultimi 10 anni si è assopita, non si è qualificata sufficientemente, non è stata in grado di prevenire e contribuire allo sviluppo del settore” e che ha visto il numero di PF passare dai 34.737 del 2001 ai 24.423 di fine 2009 (-30%) nonostante i clienti nello stesso arco di tempo siano saliti da 3.487.879 a 3.585.284 (+2,7%).

Prendendo spunto dal dibattito attorno ai temi dello sviluppo della consulenza e del superamento del modello piramidale Piarulli spiega: “difficilmente i promotori finanziari riusciranno a vedere dei cambiamenti senza strumenti contrattuali in grado di recepire quell’ampia condivisione che oggi ancora manca”.  E’ dunque necessario “dotare la categoria di uno strumento contrattuale più avanzato rispetto all’attuale mandato di agenzia ed all’accordo economico collettivo degli agenti di commercio”.

 

Saverio Scelzo, numero uno di Copernico Sim e con una lunga carriera di PF e manager alle spalle, sottolinea invece che nel mercato della consulenza, la sola indipendenza non può essere l’unica risorsa ma deve essere accompagnata da un elevato grado di professionalità. “L’indipendenza da sola non può offrire nulla, mentre l’assenza di adeguate professionalità e strutture riduce notevolmente le garanzie a favore dei risparmiatori per quanto riguarda l’attività di consulenza finanziaria indipendente” ribadisce Scelzo.

 

Intanto su Bluerating i PF continuano a dibattere del loro futuro e riguardo all’ipotesi di arrivare a una condivisione delle commissioni di gestione si va registrando un sempre più ampio consenso. Spiega un nostro utente: “Credo utile e doveroso che le società di gestione oltre a incrementare le commissioni di gestione ai clienti le incrementino anche a noi poveri promotori” visto che “ormai stanno diventando l’unico mezzo di remunerazione” dei PF.

 

Ribatte un lettore che si sigla “GG”: “Buona idea, ma difficile da seguire”, precisando che “le grandi reti hanno costi esagerati” per i motivi più volte detti, ma “noi PF siamo i soldati in tricea e solo noi possiamo iniziare una qualche azione di protesta”, basta essere uniti. “Io intanto”, conclude il professionista, “lavoro con una piccola banca, le mie provvigioni sulle commissioni di gestione sono aumentate di due terzi” grazie al fatto di non avere figure che “sopra di me che lucrano sul mio lavoro”.

 

E voi in che situazione vi trovate? Condividete le considerazioni di Piarulli e Scelzo? O forse vi piacerebbe, come ad alcuni altri nostri lettori, sapere quali società offrono le migliori condizioni contrattuali? Come sempre indirizzate qui i vostri commenti.

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