Banca Unica, al via il toto-nomine

Al via il toto-nomine per il futuro country manager di Unicredit. All’indomani del secondo via libera alla Banca Unica, le indiscrezioni che circolano negli ambienti finanziari non mancano. All’“ever green” Paolo Fiorentino, attuale deputy ceo e già indicato in passato tra i papabili, spuntano in queste ore i nomi di Federico Ghizzoni, responsabile Cee Banking Operations, e Piergiorgio Peluso, responsabile Cib Network Italy.

Ieri il comitato strategico di Unicredit, presieduto da Dieter Rampl e di cui fanno parte le fondazioni, si è riunito per esaminare il nuovo modello organizzativo del gruppo che verrà realizzato entro novembre 2010. Secondo quanto riporta questa mattina Il Messaggero il country manager dovrebbe avere la corresponsabilità del business assieme ai tre nuovi responsabili delle divisioni della banca unica e dei direttori di “linea”: legale & compliance, finanza e amministrazione, regolatori e risorse umane. Ai tre deputy ceo, Sergio Ermotti, Roberto Nicastro e, eventualmente, Paolo Fiorentino, dovrebbero essere affidati poteri in Italia, Germania, Polonia e Paesi dell’est. Sarebbe questa la soluzione proposta dall’ad Alessandro Profumo al comitato, che l’avrebbe condivisa. Profumo ha cercato di trovare un punto di mediazione con le istanze delle fondazione, in particolare Cariverona, timorose di perdere il contatto con il territorio. Il manager italiano andrebbe ad affiancare i tre capi divisioni del retail (Gabriele Piccini), corporate (Piergiorgio Peluso), private (Dario Prunotto) con funzioni di responsabilità anche riguardo al territorio. I soci tedeschi chiedevano inoltre di rivedere l’intero assetto dei poteri del gruppo, evitando di concentrare tutto il potere operativo su Profumo e le responsabilità amministrative, civili e penali sul Cda. Di qui la necessità di assegnare ai tre deputy ceo tre diverse competenze territoriali. Il comitato è chiamato a riunirsi il prossimo 9 aprile per fare gli ultimi aggiustamenti, in vista del consiglio di amministrazione straordinario del 13 aprile che darà l’ultimo ok alla riorganizzazione.

È un rebus invece quello che si nasconde dietro i compensi dei top manager della società, che salgono mentre l’utile peggiora, del 57,6% nel 2009.
L’amministratore delegato di Unicredit, infatti, ha ricevuto nel 2009 uno stipendio complessivo di 4,267 milioni di euro al lordo delle tasse, in aumento del 23% rispetto al 2008, quando il suo compenso crollò a 3,468 milioni. Secondo il progetto di bilancio della banca, il bonus riconosciuto a Profumo l’anno scorso è stato di 651mila euro lordi, mentre era stato azzerato nel 2008.

La busta paga complessiva del banchiere genovese si dimostra comunque inferiore rispetto al megastipendio del 2007, pari a 9,005 milioni lordi con un bonus di 5,528 milioni, che ha portato Profumo a diventare il top manager più pagato tra gli istituti di credito italiani quotati in Borsa.
Non è escluso il presidente di Unicredit, il tedesco Dieter Rampl, con 1,571 milioni lordi di compensi, cui si aggiunge il gettone di 266mila euro per la presenza nel consiglio di amministrazione di Mediobanca, di cui Unicredit è il principale azionista.
Inoltre, nel bilancio Unicredit, è riscontrabile un balzo negli stipendi dei “dirigenti con responsabilità strategiche”, una categoria di cui il rapporto non fornisce né i nomi né i guadagni individuali, nella quale sono compresi i tre vice-amministratori delegati.

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