Fideuram: conti in crescita, ma sull’Ipo pesa l’incognita mercati

Per Banca Fideuram le tensioni dei mercati finanziari, ancora alle prese col timore legato all’evolversi della crisi del debito (si cerca in particolare di capire come verranno finanziate le misure necessarie da un lato a fornire sostegno, dall’altro a restituire gli aiuti, tra tagli alle uscite e aumenti delle imposte, e l’effetto negativo che tali misure potranno avere in termini di Pil) rischiano di giocare un ruolo nella decisione in merito ai tempi del previsto sbarco a Piazza Affari. 

 

Mentre Intesa Sanpaolo appare impegnata nelle trattative volte a definire l’ingresso, con una quota che si ipotizza possa essere attorno al 10%-15% del capitale, di un altro socio finanziario, possibilmente attivo nel settore del risparmio gestito (ipotesi che pare piacere anche ad UniCredit per quanto riguarda il futuro di Pioneer Investments) ma comunque disponibile ad accettare una valutazione dell’asset gatherer del gruppo Intesa Sanpaolo attorno ai 3 miliardi di euro, le tensioni sui mercati fanno rapidamente ridiscendere le valutazioni dei titoli del comparto finanziario, rischiando di far rinviare il ritorno a Piazza Affari di Fideuram dopo l’estate e non prima come era sembrato finora.

 

Il che indirettamente finirà anche col pesare nelle tasche di manager e promotori del gruppo, visto che in vista dell’Ipo si era ipotizzata la distribuzione di stock option ai vari livelli della struttura societaria. Intanto nel corso della presentazione della trimestrale della controllante, è emerso che Banca Fideuram ha chiuso il primo trimestre dell’anno con proventi operativi netti per 176 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto ai 167 milioni del quarto trimestre 2009 e del 15,8% rispetto ai 152 milioni del primo trimestre 2009.

 

Proventi che così assommano al 4% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo Intesa Sanpaolo (incidenza invariata rispetto al primo trimestre 2009). In calo del 4,6% rispetto al trimestre precedente (e in linea col primo trimestre 2009) gli oneri operativi, pari a 80 milioni, tanto che il cost/income ratio migliora al 45,5%, rispetto al 50,1% del quarto trimestre 2009 e al 52% del primo trimestre 2009. Gli accantonamenti e rettifiche nette ammontano a 11 milioni, rispetto ai 15 milioni del quarto trimestre 2009 e agli 11 milioni del primo trimestre 2009. 

 

Il risultato corrente al lordo delle imposte è di 85 milioni, in crescita del 22,4% rispetto ai 69 milioni del trimestre precedente e del 37,1% rispetto ai 62 milioni del primo trimestre 2009. Il risultato netto sale a 43 milioni, dai 26 milioni degli ultimi tre mesi del 2009 e ai 27 milioni di un anno fa. Escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, precisa una nota, il risultato netto del primo trimestre 2010 sarebbe di 64 milioni, rispetto ai 47 milioni del quarto trimestre 2009 e ai 48 milioni del primo trimestre 2009.

 

Numeri di tutto rispetto, che però rischiano di essere vanificati dalle tensioni sui mercati, magari con qualche possibile fuoriuscita di professionisti allettati dalle sirene di qualche concorrente. Voi che ne pensate, gli alti e bassi del mercato danneggeranno Banca Fideuram condizionandone i tempi dell’Ipo o non avranno impatto alcuno, se non in termini di una maggiore propensione da parte della clientela a investire i propri capitali su strumenti a più basso rischio e quindi anche caratterizzati da un profilo reddituale, per società e PF, meno elevato? Inviate come sempre i vostri commenti qui.

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