Banche cinesi verso gli States, ma la Fed tiene alta la guardia

di Alessandro Santoni

Avevamo scritto pochi mesi fa (11 febbraio 2010) come alcuni dati suggerivano che presto il baricentro futuro del sistema bancario si sarebbe spostato dall’Europa all’Asia. La capitalizzazione di borsa delle prime 45 Banche Europee era pari a 1422 trilioni di dollari rispetto a 633 trilioni delle prime tre banche cinesi, veri e propri colossi in termini di capitalizzazione di mercato. Gli impieghi continuavano, e continuano, a crescere del 35% annuo, frutto in parte della bolla immobiliare ma anche di enormi investimenti in corso. Alla luce di questo avevamo anche evidenziato un possibile rischio di ingresso di banche cinesi in Europa attratte da un basso costo d’ingresso e dalla necessità di diversificare i finanziamenti. È di questi giorni un articolo del Wall Street Journal (3 Giugno 2010) che evidenzia come in realtà le Banche Cinesi hanno spostato il loro obiettivo primario, per il momento, in Usa operando un ingresso silenzioso ma strisciante. Bank of Communication, quinta banca cinese per attivi totali ed attiva negli Usa da circa venti anni, ha comunicato che la sua esposizione in Usa E8 aumentata del 55% nell’ultimo periodo, salendo a 1,4 miliardi di dollari. Nello stesso periodo Bank of China, anche essa presente in Usa da molti anni (dal 1981), ha visto crescere la propria esposizione negli Usa del 50% annunciando anche l’intenzione di espandere la propria rete negli Stati Uniti. Son o al momento cinque le banche cinesi presenti solo a New York. ICBC la maggiore banca al mondo per profitti, in pochi mesi ha elargito un miliardo di dollari di impieghi in Usa. Nello stesso tempo le Banche stanno attivamente finanziando aziende non bancarie cinesi nella loro espansione negli Usa. Come nota il Wall Street Journal, la ICBC ha recentemente finanziato l’acqui sto del 50% della catena Interstate Hotels & Resorts da parte della Shangai Jinjiang International Hotels e l’acquisto da parte della China National Petroleum della ION Geophysical. Solo queste due operazioni hanno comportato finanziamenti per circa mezzo miliardo di dollari. Le banche cinesi ufficialmente continuano a sostenere che il loro ingresso è unicamente basato sulla necessità di diversificazione e che comunque i loro investimenti non hanno toccato punti strategici dell’economia Usa. Gli Usa, la Fed in particolare, per cautelarsi ha limitato alla sola Bank of China la possibilità di raccogliere depositi e non permette alcuna acquisizione di Banche Usa per paura di un possibile ingresso nel sistema bancario Usa dell’ente di sorveglianza bancario Cinese. L’Europa al momento non ha sperimentato alcun tentativo di rilievo di ingresso da parte di banche Cinesi. Dati i prezzi depressi di borsa delle banche europee e la volontà di diversificazione del sistema finanziario cinese, la possibilità che ci si realizzi potrebbe non essere troppo remota.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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