Il lungo termine

…in pubblicità per promuovere gli investimenti in fondi comuni azionari.
E spiega a milioni di italiani che nel lungo termine le borse cresceranno e che acquistare nei periodi di ribasso è come acquistare a sconto.
Tutti sanno che nel lungo termine questo pensiero è giusto e che Doris ha ragione, ma pochi risparmiatori lo seguono.
Lo scenario è sconfortante e nella prima parte dell’anno le borse hanno perso pesantemente, oltre il 20% la media dei titoli italiani, e in questo contesto non è facile spiegare che le perdite di oggi sono un’opportunità.
Troppi sono stati i crolli degli ultimi anni e i media non aiutano: stress test per le banche per valutare se sono solvibili o meno, crollo in borsa del titolo BP per un pozzo che crea un disastro ambientale e rischia di fare fallire una delle più importanti compagnie petrolifere del mondo; crisi di solvibilità degli Stati della Comunità Europea, a cominciare dalla Grecia, ma proseguendo per Spagna e forse Italia. Anche l’instabilità dell’euro e le discussioni per il suo futuro non aiutano. In un contesto simile le certezze vengono meno e le paure frenano qualunque iniziativa.
I risparmiatori non sanno più che fare e le strade più conservative non sembrano una soluzione.
I titoli di stato BOT, BTP e CCT rendono pochissimo e corrono il rischio legato all’emittente, lo stato italiano, per niente rassicurante; le obbligazioni corporate emesse dalle aziende sono allettanti, ma se si devono vendere sul mercato secondario spesso non hanno prezzi affidabili e le perdite sono sicure.
Le obbligazioni emesse da banche hanno lo stesso problema e recentemente il grande successo di obbligazioni strutturate emesse dalle principali banche, fra cui Mediobanca con grande enfasi promozionale, promettono risultati che sono certi solo se il cliente mantiene il titolo fino alla scadenza e il mercato secondario è inesistente. È l’ultimo grido di allarme lanciato da Lamberto Cardia, presidente uscente della Consob, ma che nessuno ha ascoltato. Fra gli investimenti conservativi esistevano le polizze di assicurazione, ma il caso Lehman ha dimostrato che se la garanzia la offre un terzo, il capitale non è più garantito dalla compagnia. Tutto trasparente alla luce del sole e scritto nei documenti che accompagnano il collocamentio dei vari titoli, peccato però che nessuno o quasi, legga e possa contestare quanto riportato nella sempre più voluminosa documentazione a disposizione del risparmiatore.
Allora rifugiamoci nel bene più sicuro e stabile: il mattone che nel tempo non tradisce mai.
Forse questo è stato vero, ma oggi oltre il 70% della popolazione italiana vive in case di proprietà e comprare immobili per investimento è molto oneroso, visti i prezzi attuali. Tasse, oneri gestionali, scarsa liquidabilità fanno il resto, per cui la corsa agli immobili per investimento si è fermata.

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