B. Generali fa guerra alla carta

Anche le reti finanziarie iniziano a sfruttare la rete. Aldilà del gioco di parole, il sentiero che si sta tracciando va verso un profondo ripensamento del business aziendale, che cerca di lasciarsi alle spalle il paradosso italiano di non sfruttare le potenzialità di un processo di digitalizzazione in un’era sempre più digitale. I numeri confermano questa tesi: seppure ancora lontani da standard europei, secondo le ultime rilevazioni di Audiweb-Doxa, sempre più italiani si riversano sul web, in tutto circa 35 milioni. A fare la parte del leone sono soprattutto gli accessi da dispositivi mobile, cresciuti di circa il 55%, la cui grande diffusione di smartphne da sempre caratterizza l’Italia. Ma il dato nuovo più significativo della ricerca è quello che riguarda la diffusione dei tablet collegati a internet: è quasi di un milione il bacino di utenza dell’era post-pc, con la certezza, più che impressione, che il trend continuerà anche quest’anno.

Il grande potenziale, a dir la verità non solo economico, è stato colto con attenzione anche da Banca Generali che, oltre alle novità del servizio mobile banking lanciato a fine 2011 con la possibilità di eseguire le principali operazioni dal proprio smartphone, è impegnato nell’ambizioso progetto dedicata alla rete dei promotori finanziari, “Fep on tablet”. “Abbiamo da poco concluso la prima fase del programma di portare la nostra rete intranet aziendale (Fep) su iPad e di coseguenza tutto il contenuto informativo”, ha spiegato a BLUERATING Barbara Malagutti dell’istituto del gruppo triestino. “Un primo step nel quale abbiamo riscontrato una notevole adesione da parte dei promotori finanziari che sono stati coinvolti anche nei test finali: circa 500 hanno abilitato il proprio tablet”.

Un cammino che prima dell’estate, al massimo verso luglio, porterà un altro tassello al mosaico nel quale “Fep assumerà una nuova versione, un’applicazione selezionabile direttamente dal desktop del proprio touchpad”, continua il manager. Insomma, in mobilità e a qualsiasi ora si potranno consultare mercati, posizione dei clienti ed eventuali comunicazioni dalla banca
. “Il nostro grande obiettivo è arrivare all’ultima fase del progetto nella seconda parte dell’anno, cioè cambiare il processo dispositivo”, ci ha tenuto a sottolineare Malagutti, “grazie al quale si potranno chiudere i contratti di fronte al cliente che avranno così la possibilità di consultare facilmente anche una serie di servizi a valore aggiunto”.

Una direzione già presa da alcuni competitor di Banca Generali come Fideuram, che utilizzano la firma digitale, alla quale “noi preferiamo invece la firma grafometrica, una tecnologia che richiede un po’ più tempo per essere attuata”. L’idea è proprio quella di azzerare gradualmente le interazioni offline e cancellare i supporti cartacei, in linea con quanto si propone di fare l’agenda digitale per il settore bancario. Negli ultimi cinque anni le banche hanno infatti investito più di 20 miliardi di euro per la dematerializzazione dei processi, l’introduzione di nuove tecnologie in filiale e la creazione di nuovi canali di relazione con la clientela. L’agenda digitale promossa dall’Abi costituisce un piano di iniziative di tipo cooperativo, e rappresenta il contributo dell’industria bancaria al programma di digitalizzazione del Paese, che favorisca, tra le altre innovazioni tecnologiche, proprio la firma elettronica. E sebbene la tavoletta di casa Apple sia facile e intuitiva da usare, Banca Generali prevede per il futuro anche un supporto interattivo di istruzione per i meno avvezzi allo strumento. All’orizzonte infine ci sono altre novità 2.0 tra cui, fanno sapere dall’istituto, una business community con un’offerta formativa da parte della banca ai propri professionisti come corsi online, condivisione di documentazione informativa, forum e blog. Un progetto che vedrà la luce a settembre.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!