Banca Network, tre precisazioni da Sopaf

IL CHIARIMENTO DI SOPAF – Tutti parlano di Banca Network Investimenti. Specialmente adesso che si fa l’ipotesi di possibili indagini della Procura sulla banca. Alla luce delle notizie apparse sulla stampa proprio in relazione a un’eventuale inchiesta, Sopaf – azionista di Bni insieme con DeAgostini, Banco Popolare e Aviva – fa pervenire alcuni chiarimenti. Innanzitutto, si legge sulla nota diffusa dalla società, “Sopaf non detiene e non ha mai detenuto il controllo di Banca Network Investimenti“.

IL RUOLO DI RUGGERO MAGNONI – Secondo punto, “non ha mai avuto alcuna esposizione nei confronti di Lehman Brothers, così come già indicato nel comunicato stampa del 16 settembre 2008. Ogni e qualsiasi operazione su titoli Lehman Brothers o a essa riconducibile eventualmente effettuata da Bni è stata realizzata da precedenti gestioni e quindi in data antecedente all’acquisizione della partecipazione in Banca Network Investimenti da parte della società. È quindi certo e ampiamente documentabile che Sopaf è totalmente estranea a quanto riferito dalla stampa in relazione alla distribuzione di prodotti finanziari collegati a titoli Lehman Brothers”. Per concludere, “Ruggero Magnoni è un azionista di minoranza di Sopaf con una quota pari al 6,52%, non ha mai ricoperto alcuna carica nella società e non ha mai partecipato ad alcun processo decisionale della società”.

LE RILEVAZIONI DI BANKITALIA – Come ha scritto BLUERATING nei giorni scorsi, la mancanza di una strategia e investimenti in titoli rischiosi sarebbero due tra i fattori che hanno provocato la crisi di Banca Network Investimenti, su cui la Procura di Milano starebbe svolgendo accertamenti, secondo quanto hanno riferito fonti giudiziarie all’agenzia di stampa Reuters. Bankitalia ha inviato ai magistrati milanesi una relazione della vigilanza sull’istituto nato da una costola della Banca Popolare di Lodi. Dalla relazione emergerebbero profili di irregolarità e cattiva gestione dell’istituto, commissariato nel novembre 2011 da Palazzo Koch. Ma poiché al momento non è stata ancora dichiarata l’insolvenza della banca, l’ipotesi che la Procura apra un’inchiesta per bancarotta è prematura.

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