Banche, Intesa Sanpaolo a un passo dalla rottura con i sindacati

TRATTATIVE A UN MOMENTO D’IMPASSE – Sono arrivate a un momento di stallo le trattative tra Intesa Sanpaolo e sindacati sulle ricadute occupazionali del piano d’impresa. Dopo che le associazioni dei lavoratori si erano riservate di assumere “tutte le possibili azioni di mobilitazione” nel caso non fosse stato raggiunto un accordo nei tempi previsti (qui la notizia), le parti si sono incontrate di nuovo nei giorni scorsi a Milano per cercare una soluzione. Ma resta il disaccordo sulla gestione dei circa 600 apprendisti e i lavoratori esodabili che con la riforma Fornero non possono più andare in pensione.

POSIZIONI ANCORA DISTANTI – Tanto che Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca parlano in una nota congiunta di una situazione “a un passo dalla rottura”, mentre Intesa dichiara di aver “preso atto con rammarico delle posizioni ancora distanti delle rappresentanze sindacali, confermando al tempo stesso la disponibilità a fissare un nuovo incontro il 17 e il 18 ottobre, chiedendo un’ulteriore e profonda riflessione rispetto alle proposte attuali”.

NUOVO INCONTRO LA PROSSIMA SETTIMANA
– L’appuntamento è dunque per la prossima settimana anche se “l’azienda ribadisce la necessità di interventi che devono considerare l’ulteriore peggioramento del quadro economico generale e i cambiamenti normativi che hanno inciso profondamente sul piano d’impresa presentato lo scorso anno”. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Radiocor, il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Francesco Micheli, avrebbe sottolineato al tavolo di confronto che la riforma Fornero rischia di costare all’azienda 210 milioni di euro. Le soluzioni prospettate dai sindacati per il contenimento dei costi, invece, sono valutate dalle stesse organizzazioni dei lavoratori attorno ai 100 milioni.

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