Promotori, come sarà l’industria del risparmio gestito nel 2030

LE RIVOLUZIONI NELLA FINANZA – Pensate a come era la vostra vita nel 1996. La bolla delle Dot-com non era ancora scoppiata, così come la crisi politica dopo il crollo delle Torri gemelle, quella economica dopo il collasso di Lehman Brothers. Nonostante i “ricchi” e “super ricchi” stiano crescendo anno dopo anno, il presente è dominato ancora da una sfiducia verso il settore finanziario, caratterizzato da numerosi scandali che hanno contribuito ad alimentare questo diffuso scetticismo.

GUARDARE AL FUTURO
– Ora, sempre giocando con il tempo, provate a volgere il vostro sguardo al 2030, esattamente gli stessi 17 anni di scarto che ci separavano dal 1996. Cosa ci riservà il futuro? Cosa ne sarà della finanza e di tutta l’industria del risparmio gestito? Analizzando alcune tendenze demografiche dei prossimi anni, interessanti per il mondo finanziario, Matt Lynch, proprietario della società di consulenza e di ricerche di mercato Tiburon Strategic Advisors, ha provato a rispondere a questa domanda.

LE TENDENZE NEI PROSSIMI ANNI – Tra i fattori di cambiamento c’è la maggiore trasparenza richiesta dal cliente al proprio consulente finanziario. Il divario di ricchezza si assottiglierà con la nascita di una nuova classe di consumatori medi. Nei prossimi anni la grandi banche e i colossi finanziari avranno sempre meno peso in termini di mercato dei capitali a livello globale. Ci sarà un invecchiamento generale del settore della consulenza finanziaria. I risparmi passeranno dalla generazione dei “baby boomers” a quella dei Millennials e sarà quindi compito degli advisor intercettare i più giovani. Le donne saranno una risorsa fondamentale e occuperanno sempre più ruoli di comando. Si registrerà una maggiore diversificazioni razziale (fenomeno più lieve in Italia rispetto agli Stati Uniti). Senza dimenticare, infine, Internet e la tecnologia come propulsore dei cambiamenti socio economici.

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I PRODOTTI DEL FUTURO
– A livello di prodotti finanziari e di preferenze dei consumatori, Lynch rileva una maggiore propensione al “conservatorismo fiscale”, alla riduzione della leva finanziaria, all’avversione al rischio, alla crescita di prodotti a basso costo come gli etf. A questo punto si aprono due scenari per il risparmio gestito del 2030.

Scenario #1
Continua la crescita del wealth management guidato dai consulenti indipendenti, dagli strumenti online e dai mercati emergenti. Abbondanti opportunità di venture capital. I consulenti finanziari offrono ora una gamma più completa di servizi personalizzati. Trasparenza e fiducia domina il rapporto con il cliente. Attraverso la collaborazione con altri professionisti riescono a fornire consigli competenti in materia di investimenti, assicurazioni, pianificazioni fiscali, strategia di pensionamento e altro ancora. Sono inoltre esperti di tecnologia e sanno come interagire con i potenziali clienti attraverso i social media. Più donne e minoranze etniche fanno il loro ingresso nella professione grazie a programmi di formazione delle aziende. Insomma, è un mondo dove le varie società di gestione del risparmio rispondono meglio ai cambiamenti socio-demografici e alla rivoluzione digitale.

Scenario #2
L’ industria continua a essere percepita negativamente dai consumatori a causa dei continui passi sbagliati delle società. Di conseguenza, gli investitori si muovono sempre di più verso un modello self service con l’esclusione dei consulenti e delle grandi istituzioni finanziarie. Senza un contributo professionale, meno investitori costruiscono una pianificazione finanziaria di lungo periodo. Quei consulenti che non riusciranno ad adattarsi ai cambiamenti generazionali saranno tagliati fuori.

CONCLUSIONI – Ciò che accomuna in ogni caso i due scenari sarà l’avversione al rischio da parte della clientela. Lo snodo fondamentale è rappresentato dall’adattabilità del mondo dei servizi finanziari di fronte alle rivoluzioni socio-demografiche. Se le decisioni strategiche delle aziende saranno focalizzate sull’innovazione, concentrandosi sulle esigenze del consumatore, il futuro sarà il migliore dei due mondi possibili. Viceversa, dove le decisioni saranno volte a salvaguardare lo status quo, pensando esclusivamente a ciò che è bene per il settore, lo scenario #2 sarà inevitabile.

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