Risparmio gestito – Venti positivi in arrivo

Il 2011 potrebbe essere l’immagine speculare del 2010. All’inizio dell’anno i più importanti indicatori
anticipatori hanno raggiunto il picco. Gli investitori sapevano che la maggior parte di essi avrebbe
cominciato a scendere e che le aspettative sulla crescita economica avrebbero solo potuto ridursi.
Questo spiega in larga misura come mai i primi trimestri del 2010 sono stati deboli e perché gli
investitori non erano più disposti ad accollarsi tanto rischio.
Questo nervosismo ha rappresentato un
serio problema per i mercati azionari globali ad aprile e maggio. Ormai sono trascorsi 11 mesi dal picco
toccato dagli indicatori anticipatori e la fase ciclica di “venti contrari” sembra ormai passata. Gli
indicatori dovrebbero raggiungere il livello più basso nel giro di pochi mesi. Di norma gli investitori
anticipano questo fenomeno, quindi i mercati azionari dovrebbero trarre beneficio dalla nuova ondata
di “venti favorevoli” nei primi mesi del 2011.

A partire dalla correzione di maggio, i mercati azionari emergenti hanno registrato un rally di circa il
30% (in dollari).
Le principali ragioni di questo rally sono: la riduzione del rischio di una crisi ancora più
profonda nell’area euro, una crescita forte e sostenuta degli investimenti e dei consumi nei paesi
emergenti, aspettative di crescita dell’economia americana più realistiche e, fino ad agosto, il grande
entusiasmo degli investitori per le imminenti misure di quantitative easing promosse dalla Fed. L’ultimo
round di quantitative easing è stato annunciato e i mercati azionari rimangono ottimisti. La propensione
al rischio degli investitori è supportata da migliori aspettative di crescita. Nelle ultime settimane alcuni
dati americani si sono rivelati molto più alti di quanto ci si aspettasse. Considerando che le aspettative
dei mercati sono generalmente basse e che le politiche economiche degli Stati Uniti continuano a
essere ultra espansive, è possibile che a breve si presenteranno altre sorprese positive per l’economia.
Anche se due degli indicatori più importanti, uno americano e uno della Corea del Sud, hanno già dato
segnali chiaramente positivi, è ancora troppo presto per immaginare la fine dell’attuale ciclo
economico.

Per poterlo fare, abbiamo bisogno di vedere un maggiori numero di indicatori andare nella
giusta direzione. Negli ultimi due decenni, i movimenti al ribasso degli indicatori anticipatori sono durati
in media 14 mesi. Se applichiamo questa media al ciclo attuale, il picco più basso dovrebbe essere
raggiunto a marzo 2011. considerando che i mercati azionari prezzano il raggiungimento del picco
minimo qualche mese prima che si realizzi, possiamo supporre che gli investitori cominceranno a
sentire questa nuova ondata di “venti favorevoli” intorno l’inizio del nuovo anno. Con questa
prospettiva, è improbabile che si verifichi una correzione prima della fine dell’anno.

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