Dws Investment, quale futuro per i tassi di interesse a livello mondiale?

I tassi di riferimento nei Paesi industriali rimarranno vicino allo zero o risaliranno presto al di sopra dell’1%? Che dire dei Paesi in via di sviluppo? La crescita più lenta delle nazioni Bric implica che i tassi di interesse siano destinati a calare? Su tali questioni si impegna il white paper intitolato “Tassi di interesse del mondo reale: un racconto di due regimi”, prima pubblicazione del Global Financial DWS Institute (DGFI), istituto di ricerca economica – fondato da DWS Investments – che ha iniziato ad operare nel novembre 2011. L’autore è Jagjit Chadha, professore di economia presso l’Università di Kent e professore associato del Centro per la macroeconomia internazionale e delle Finanze all’Università di Cambridge. Nel testo Chadha spiega le implicazioni per l’economia reale del calo diffuso dei tassi di interesse globali, perché questo sia un bene per l’attuale economia mondiale, e perché possiamo aspettarci un loro aumento graduale, non appena l’economia globale torni a crescere. Il Professor Chadha espone infine il saldo fra inflazione e tassi di interesse da una prospettiva globale.

“La mia analisi suggerisce che ci sono due regimi per i tassi reali: quelli per i tempi normali sono positivi e variano con il ciclo economico globale, mentre quelli che si occupano di scompensi economici sono negativi. Solo quando la crescita sarà assicurata i tassi reali saliranno rapidamente a livelli fisiologici. Uno dei motivi è che le banche stesse hanno una forte bisogno di capitale per limitare l’aumento dei costi di finanziamento che possono derivare da inadeguatezza patrimoniale (apparente o reale). Ciò farà lievitare i tassi reali, dato che i risparmi sono limitati. È quindi probabile che, nel medio termine, i rendimenti reali si stabiliscano nel range dal 2 al 4%”, osserva il Professor Chadha. Asoka Woehrmann, responsabile Investimenti di Dws Investments, è in linea con questa analisi: “I bassi tassi in Europa e negli Stati Uniti sono il risultato diretto della risposta forte e sostenuta da parte dei responsabili di politica monetaria alla crisi finanziaria e dei persistenti squilibri globali. Nei mercati emergenti pensiamo che l’inflazione abbia raggiunto il picco, per cui anche lì c’è spazio per ulteriori tagli dei tassi”.

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