Un’occasione per il Paese

Salone del Risparmio o stati generali della finanza e dell’economia? Già, l’occasione della tre giorni all’Università Bocconi, organizzata da Assogestioni, è ghiotta. Forse è addirittura un’occasione per il Paese. Cade in un momento decisivo per le sorti dell’Italia martoriata dalla speculazione, messa in ginocchio da anni di malgoverno e di spesa pubblica fuori controllo, affogata dalle tasse. Il tentativo del governo Monti si mostra coraggioso, ma per adesso non ha centrato l’obiettivo della crescita. Proprio la crescita è la condizione indispensabile per ricreare ricchezza e consentire agli italiani di riprendere nella loro storica e virtuosa spirale dell’accumulazione e della gestione dei risparmi. La crisi economica ha interrotto un processo che ha sempre visto all’avanguardia il nostro Paese. Un processo che vede gli italiani e le loro famiglie poco indebitati e, appunto, molto ricchi di risparmio.

O, almeno, così era fino a qualche tempo fa, stando ai dati riportati dalle associazioni dei consumatori. La propensione a risparmiare si è stabilizzata al 12%, che è il punto di minimo dal 1995. La diminuzione è stata di 0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nel quarto trimestre, poi, è risultata pari al 12,1%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma più bassa di 0,8 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2010. Nel 2011, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è aumentato del 2,1%. Nell’ultimo trimestre dell’anno, esso ha registrato un aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% rispetto a quello corrispondente dell’anno 2010. La società di ricerche Eurisko nei giorni scorsi ha diffuso un rapporto allarmante sullo stato del Paese. Ecco come lo ha sintentizzato il Corriere della Sera: “Siamo una società a termine, il qui e ora è il nostro unico orizzonte. Uscire e spendere? Abitudini problematiche.

La pizza con gli amici, un panino al volo, la scelta di dentifricio e passata di pomodoro, un viaggio, un paio di scarpe nuove: tutte pratiche controverse. Le aziende sono ancora più immobili di noi: investimenti bloccati, contrazione della spesa pubblicitaria. E poi, perché viviamo in Italia? Non proviamo alcun senso di appartenenza, non esiste coesione sociale, siamo irrimediabilmente convinti della totale incapacità dello Stato di combattere mafia, corruzione ed evasione fiscale, abbiamo imparato che tutto ciò che la politica fa è tamponare le emergenze. Non ci manca solo una buona classe dirigente: sappiamo che non ne esiste ancora una in grado di tracciare il futuro del nostro Paese e indicarci la direzione”. Dov’è andata a finire, dunque, l’invincibile capacità degli italiani di reinventarsi, di rinascere dal nulla, di creare innovazione, di avventurarsi per il mondo con i loro prodotti? Per una volta, l’occasione del Salone del risparmio rappresenta non solamente l’occasione di parlare di prodotti, di politiche e di strategie di investimento, di problemi dei professionisti, ma anche l’opportunità di un’analisi profonda di un mercato che è fondamentale per lo sviluppo del Paese dal momento che storicamente ha sempre rappresentato le sue fondamenta e la sua spina dorsale: il risparmio, appunto. Assogestioni ha compreso il ruolo che può avere in questa fase storica l’industria tutta intera del risparmio e ha centrato in pieno il tema scelto per questa edizione del Salone. Un tema che è, per l’app u n t o , “Risparmio tra stabilità e crescita”. Da notare c h e l’associazione ha posto al centro del dibattito il ruolo strategico che proprio il risparmio ricopre all’interno del sistema economico del Paese.

E anche le presenze e le iniziative hanno un significato particolare: più di 120 appuntamenti tra tavole rotonde, conferenze, seminari formativi e presentazioni di libri, con l’intervento di oltre 200 relatori e la partecipazione del ministro del Lavoro Elsa Fornero e del suo collega di governo, responsabile del dicastero dell’Istruzione, Francesco Profumo. A segnalare, in questo secondo caso, l’importanza della formazione in finanza, su cui si concentra una buona parte delle iniziative dentro il Salone. Proprio il ministro del Lavoro e delle politiche sociali è tra coloro che aprono il Salone: e questo è un segnale fondamentale. I temi della previdenza (anche integrativa) sono oggi tra quelli più caldi. Persino la sede del Salone del risparmio, l’Università Bocconi, ha un suo significato preciso: il governo che sta cercando di salvare l’Italia affonda le sue radici – a cominciare dal presidente del Consiglio Mario Monti – proprio alla Bocconi. Coincidenze o miscela di intelligenze e volontà? Senza dubbio, la seconda.

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