M&G: i consumatori si fidano poco di governi e banche centrali

POCA FIDUCIA – I consumatori non hanno fiducia nella capacità delle banche centrali di tenere l’inflazione entro gli obiettivi previsti a breve e medio termine: questi i risultati della prima M&G YouGov Inflation Expectations Survey, un’indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione. L’indagine valuta le opinioni dei consumatori di Italia, Austria, Francia, Germania, Hong Kong, Regno Unito, Singapore, Spagna e Svizzera. In Italia, come si apprende dalla nota ufficiale che presenta i risultati, l’indagine ha interessato una base di 1.002 rispondenti distribuiti su tutto il territorio nazionale. M&G ha condotto una prima tranche di indagini a febbraio, poi una seconda a maggio a titolo comparativo. I risultati indicano che la maggior parte dei consumatori europei – e anche gli intervistati in Italia – si attende un rallentamento del tasso d’inflazione nei dodici mesi successivi. Questo dato non sorprende, alla luce della flessione di circa il 7% subita dai prezzi delle materie prime a partire dalla fine di gennaio 2013.

LE ASPETTATIVE – Nello stesso periodo, i consumatori hanno inoltre beneficiato di un calo del 6% del prezzo del petrolio. Sebbene in Italia le aspettative d’inflazione dei consumatori nel medio termine (cinque anni) siano scese dal 3,3% al 3% dall’inizio di quest’anno, esse rimangono ancora saldamente al di sopra dell’obiettivo del 2% definito dalla Banca centrale europea per i prossimi dodici mesi e cinque anni. I dati sono superiori anche al tasso d’inflazione locale in Italia, che è attualmente dell’1,3%. “La Banca centrale europea ritiene che tenere le aspettative di inflazione ancorate a livelli allineati con il suo obiettivo d’inflazione di poco inferiore al 2% sia di importanza vitale, e troverà preoccupanti i risultati dell’indagine M&G YouGov sulle aspettative d’inflazione. Tali risultati indicano che, nonostante gli attuali problemi di disoccupazione elevata e crescita inferiore all’andamento tendenziale in alcune parti dell’eurozona, i consumatori in Italia hanno aspettative d’inflazione a medio termine del 3%, un livello superiore all’obiettivo della Bce”, ha affermato Jim Leaviss, head of retail fixed income di M&G.

IL CASO ITALIANO
– Da febbraio, gli intervistati in Francia, Germania e Spagna hanno anch’essi rivisto al ribasso le loro aspettative d’inflazione a cinque anni, che a Hong Kong e Singapore si sono invece mantenute a livelli elevati, rispettivamente pari al 5,8% e 5%. Tutti i Paesi dell’Unione monetaria europea in cui è stata condotta l’indagine si attendono un’inflazione uguale o superiore all’obiettivo ufficiale della Banca centrale europea nei prossimi dodici mesi e cinque anni. E tutti prevedono che tra cinque anni l’inflazione sarà più elevata dell’attuale, mentre quattro – Italia, Hong Kong, Singapore e Spagna – si attendono livelli uguali o superiori al 3% già da qui a un anno. Altri dati dimostrano che l’aumento dell’inflazione è motivo di preoccupazione per la maggior parte degli intervistati e le loro famiglie in Italia (79%), come pure in Francia (76%), Hong Kong (83%), Singapore (85%), Spagna (75%) e Regno Unito (61%). Alle domande inerenti al loro reddito personale, gli italiani intervistati hanno per la maggior parte risposto di attendersi un calo del proprio reddito netto nell’arco dei dodici mesi successivi.

I GOVERNI SONO FUORI STRADA
– Le stesse aspettative sono state rilevate in Francia e Spagna. La maggioranza degli intervistati in tutte le regioni, fatta eccezione per Singapore e Svizzera, non crede che la rispettiva banca centrale stia perseguendo le politiche più appropriate per conseguire una stabilizzazione dei prezzi a medio termine. Inoltre, la maggior parte dei partecipanti all’indagine in Italia (59%), Francia (59%), Spagna (73%) e Regno Unito (50%) non ritiene che il proprio governo stia attualmente seguendo le politiche economiche corrette.

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