Raiffeisen Capital Management: per gli emergenti è iniziata la stabilizzazione

MERCATI EMERGENTI – “Gli ottimisti fanno notare che l’economia statunitense dovrebbe ravvivarsi ulteriormente nei prossimi trimestri e anche la zona euro sta lentamente uscendo dalla lunga fase di recessione. Entrambi dovrebbero mettere le ali anche alle economie dei Paesi emergenti. E probabilmente lo faranno, rimane da vedere in che misura”. A esprimersi così sono gli analisti che hanno curato il report di agosto sui mercati emergenti di Raiffeisen Capital Management. Con ogni probabilità, l’effetto sarà però abbastanza modesto. Il motivo? “Da un lato i Paesi emergenti rappresentano una fetta molto più ampia dell’economia mondiale rispetto a 10 o 20 anni fa. In questo modo, nel bene e nel male, non dipendono più così tanto come in passato dalla congiuntura delle nazioni industrializzate sviluppate”.

RIPRESA TROPPO DEBOLE
– Dall’altro lato, anche il crollo del mercato immobiliare statunitense – e dei settori collegati – nel biennio 2008/2009 non ha avuto quasi alcun effetto sull’economia dei Paesi emergenti. “È quindi poco probabile che l’attuale ripresa del mercato immobiliare americano possa risollevare i mercati emergenti. E anche la timida ripresa europea dovrebbe essere troppo debole per farsi sentire nei mercati emergenti già nei prossimi trimestri, a prescindere forse dai Paesi emergenti direttamente esposti dell’Europa orientale e sudorientale“.

RALLENTAMENTO ECONOMICO
– Anche per la Cina si prevede tuttora un ulteriore rallentamento economico. “Tuttavia”, continuano gli esperti, “non ci aspettiamo alcun crollo dell’economia. La retorica del governo di Pechino è già di nuovo indirizzata un po’ più verso il rilancio dell’economia e anche la banca centrale dovrebbe nuovamente agire in modo meno restrittivo rispetto ad alcune settimane fa. Anche i problemi sempre più evidenti all’interno del sistema finanziario dovrebbero rimanere sotto controllo dal punto di vista odierno”.

LE PREVISIONI
– Molti investitori nei Paesi emergenti si chiedono se non sia già stato raggiunto il livello più basso per quanto riguarda le quotazioni azionarie, sia in modo assoluto sia in modo relativo rispetto ai mercati sviluppati. “Ovviamente non è possibile fare una previsione esatta, ma ci sono ancora diversi indicatori e fattori che segnalano che non sono ancora stati toccati i minimi. Tra l’altro, il sentiment tra gli investitori non è ancora sufficientemente pessimistico e anche i mercati delle materie prime potrebbero cedere ulteriormente. In particolare, il prezzo del petrolio. Questo non significa però che debba verificarsi un altro calo dei corsi delle azioni emergenti. Oggi come oggi c’è però da aspettarsi che non sia ancora terminata la fase di rallentamento e che un’altra ripresa duratura dei corsi si farà attendere ancora per un bel po’”, concludono gli esperti.

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