Il risparmio gestito frena gli investimenti nelle start-up

LE SVALUTAZIONI – Nel 2015 la spinta del club delle start-up miliardarie, i cosiddetti “unicorni”, è cresciuta. I grandi asset manager, come Fidelity, BlackRock e T. Rowe Price, hanno approfittato del boom di queste imprese tecnologiche nel corso dell’anno scorso. Ma, secondo quanto scrive l’inserto settimanale del Financial Times, Ftfm, un anno dopo la maggior parte delle società di gestione del risparmio sembra voler riconsiderare i loro investimenti. Negli ultimi 3 mesi infatti molti gestori sono stati costretti a ridurre i propri investimenti nelle start-up. BlackRock ha, per esempio, ridotto la sua partecipazione in Dropbox del 20% lo scorso ottobre. T Rowe Price quella in Dropbox, Cloudera, Evernote, tra le altre. Fidelity ha rivalutato Snapchat e MongoDB.

IL BOOM DEGLI UNICORNI
– Svalutazioni che hanno sollevato grosse perplessità sulla reale valutazioni di questa giovani aziende tecnologiche. E i timori di una possibile bolla speculativa con fallimenti a catena su larga scala sta aumentando. Secondo una recente ricerca di CB Insights, gli investitori di questi “unicorni” come grandi fondi comuni e hedge fund sono stati coinvolti per un valore di circa 8,1 miliardi di dollari durante l’ultimo trimestre del 2015 (in discesa rispetto ai 13,5 miliardi del terzo trimestre sempre dell’anno scorso). In ogni caso gli investimenti in società tecnologiche sono aumentati del 51% lo scorso anno, a più di 40,9 miliardi di dollari.

2016, UNICORPS? – Gli stessi fondi comuni avevano precedentemente evitato società non quotate, ma negli ultimi anni molte aziende di tecnologia hanno deciso di ritardare l’eventuale ipo, puntando invece alla raccolta di fondi. Questa mossa sta costringendo i gestori che vogliono accedere al settore tecnologico in rapida crescita a prendere in considerazione gli investimenti privati. Il numero degli “unicorni”, sempre secondo CB Insights, sono arrivate a quota 155 a livello globale, per un valore totale di 550 miliardi di dollari. Ma a fronte delle recenti svalutazioni ci si chiede se dopo che il 2015 è stato l’anno degli unicorni, il 2016 non sarà l’anno degli “unicorps”, cioè la morte degli unicorni.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!