Morgan Stanley, nel 2010 l’UK sarà caput

L’istituto americano Morgan Stanley ha diffuso un rapporto che diffonde pessimi pronostici riguardo una situazione congiunturale negativa che metterebbe in crisi il debito UK, facendo colare a picco la sterlina:
“La Gran Bretagna rischia di diventare il primo paese tra le economie del G8 a rischiare una fuga di capitali e lo scoppio fragoroso di una crisi sul debito sovrano nei prossimi mesi”, si legge nella missiva. La banca teme che esista il pericolo concreto di una “miscela tossica di problemi” che potrebbe scoppiare nel prossimo anno, sull’onda dei timori che Westminster non sia in grado di recuperare la credibilità fiscale.

“Tougher Times in 2010”, ovvero Tempi più duri nel 2010, è il titolo del rapporto della Morgan Stanley, reso pubblico in un articolo di Ambrose Evans-Pritchard pubblicato sul Telegraph online.
Il documento non è legato in alcun modo alla debacle del Dubai, ma si concentra sul comportamento dei Paesi nella fase di recupero dalla recessione. Secondo l’istituto le nazioni si sono limitate “a comprare tempo durante la crisi, ricorrendo agli stimoli fiscali e spostando le perdite private sui bilanci pubblici”.

Per quanto riguarda Londra il report di Morgan Stanley, compilato dal team di investimento europeo della banca Usa, composto da Ronan Carr, Teun Draaisma e Graham Secker, afferma:
”I crescenti timori sul Parlamento inglese spaccato a metà peserebbero negativamente sia sulla sterlina sia sul rendimento dei bond UK, il che rappresenterebbe qualcosa di simile a un salto nel buio, e aumenterebbe le probabilità che qualcuna delle agenzie di rating rimuova il rating AAA della Gran Bretagna”.
Se questo si verificasse la Banca d’Inghilterra sarebbe quindi costretta ad alzare i tassi, mettendo a repentaglio la ripresa della nazione, essendo peraltro il Regno Unito l’unico paese d’Europa ancora in recessione. La sterlina potrebbe crollare di un altro 10%, il che rappresenterebbe, congiunto con i cali degli ultimi 2 anni, il peggior crollo del pound dai tempi della rivoluzione industriale, superiore perfino al -30% dai massimi, sprofondando a valori di minimo storico dai tempi in cui la Gran Bretagna fu costretta a fuoriuscire dal Gold Standard durante il caos economico del 1931.

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