Ue, stop allo short selling

Il monito è chiaro: sei il mercato dovesse nuovamente crollare, le autorità interverranno di conseguenza. Arriva dunque l’attesa stretta della Commissione Ue sui prodotti finanziari considerati più a rischio, per superare “l’attuale approccio frammentato” per cui alcuni Stati europei (vedi la Germaia) hanno preso decisioni unilaterali.

Decisoni che, sottolinea Bruxelles, rischiano di “limitare l’efficacia della vigilanza sui derivati, produrre confusione sui mercati e maggiori costi e difficoltà per gli operatori di mercato”. “In situazioni eccezionali”, si legge nella bozza di regolamento messa a punto dai servizi del commissario Barnier, ripresa da Ansa “potrebbe essere necessario per le autorità competenti vietare o limitare le attività di short selling che altrimenti comporterebbero rischi anche minimi. E nel caso di sviluppi negativi che costituiscano una seria minaccia per la stabilità finanziaria o la fiducia dei mercati in uno Stato membro o nell’insieme della Ue, le autorità competenti avranno poteri temporanei per richiedere ulteriore trasparenza o imporre restrizioni sulle vendite allo scoperto e i credit default swap. Oppure per limitare l’accesso alle transazioni nel mercato dei derivati” dagli operatori considerati a rischio.

Un ruolo molto importante viene infine attribuito dal regolamento all’Esma, la nuova autorità europea di vigilanza sui mercati che sarà operativa dai primi del 2011 e che dovrà assicurare una “stretta consultazione e cooperazione tra le autorità competenti dei vari Paesi”. Questo sopratutto quando i rischi per la stablità finanziaria vadano oltre i confini di un singolo Stato membro. L’Esma dovrà inoltre controllare se le misure prese sulle short selling e sui cds siano «necessarie e proporzionate» alla situazione.

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