Con Banca Nuova anche il signor Zonin comincia a guardare a sud

Una banca nuova di nome e di fatto: con oltre 100 sportelli tra Sicilia, Calabria e Campania (a inizio settembre a Palermo è stata inaugurata la nuova sede del gruppo, a fine dicembre era stata aperta una filiale a Caltagirone) il gruppo guidato dal dg Francesco Maiolini è, dopo la fusione del Banco di Sicilia in UniCredit avvenuta a seguito dell’assorbimento nel gruppo milanese di Capitalia, l’unico gruppo con sede legale in Sicilia e con un piano di sviluppo nei distretti del Mezzogiorno.

Una passione che ha portato nel 2001 Banca Nuova ad acquisire i 40 sportelli della Banca del Popolo di Trapani e che è confermato dall’acquisizione della campana Banca Popolare di Sviluppo, presente con 7 filiali nelle province di Napoli e Caserta e nata 11 anni or sono (come Banca Nuova) per iniziativa del banchiere irpino Pellegrino Capaldo, ex presidente della Banca di Roma, che riunì attorno a sé gli imprenditori campani già presenti nel Cis di Nola di Gianni Punzo (oltre a imprenditori di tutta Italia tra cui lo stesso Silvio Berlusconi) con l’obiettivo di ricreare un istituto “con la testa al Sud” che potesse colmare il vuoto lasciato dall’acquisizione da parte del Sanpaolo Imi del vecchio Banco di Napoli.

Sono in molti a credere che dopo aver rinsaldato la propria presenza in Sicilia e in Campania (anche se qui, secondo alcuni, Zonin avrebbe voluto mettere le mani sul centinaio di sportelli di Banca Campania, controllata del gruppo Bper nata nel 2003 dalla fusione tra la Banca Popolare dell’Irpinia e la Banca Popolare di Salerno) Banca Nuova possa puntare a rafforzarsi in Calabria, dove è già presente con 14 filiali e in Basilicata, reclutando qualche pf o pb per limitare gli investimenti finanziari iniziali rispetto all’ipotesi di acquisire qualche concorrente bancario.

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