Incertezze politiche pesano sul mercato obbligazionario

Ecco la view sui mercati dei cambi da parte di Saxo Bank:

Ieri il mercato si è focalizzato sulla crisi politica in Olanda e sull’incertezza riguardo il futuro della politica Francese. Tutti fattori che hanno messo pressione sulla moneta unica europea. Tuttavia, il mercato non è stato in grado di testare il livello di 1,31 e, di conseguenza, il tasso di cambio è ritornato a 1,3150 durante i mercati asiatici, salendo poi fino a 1.3183 stamane, accompagnato da un avvio positivo delle borse. Ma perché ieri non abbiamo assistito ad una reazione più pronunciata? La risposta ce la offre il calendario economico di domani: alcune sale operative sono tornate a parlare della possibilità che la FED decida per un ulteriore QE. Quindi gli investitori hanno alleggerito le posizioni. Tuttavia occorre precisare che il PMI manifatturiero pubblicato ieri in Eurozona è stato pari a 46 contro 48,1 atteso, e contro 47,7 precedente, il che mostra come la crisi europea probabilmente non abbia ancora toccato il fondo. Le diverse aspettative dei partecipanti al mercato rendono difficile prevedere la direzionalità della coppia EURUSD mentre più facile è prevedere cosa succederà sul mercato obbligazionario: gli sviluppi politici porteranno ad una pressione sul mercato obbligazionario che si è già vista con l’allargamento dello spread).

Dal punto di vista tecnico, quindi, l’eurusd negozia ancora nello stretto corridoio 1.3104-1.3210 dentro il quale è destinato a stare in queste condizioni di bassa volatilità. Fuori da questo range, troviamo resistenza a 1.3228 (massimo di venerdì) e poi 1.3385 (massimo di marzo), mentre le aree di supporto sono posizionate a 1.30 e poi 1.297 (minimo di febbraio).

Dollaro australiano
I dati sull’inflazione pubblicati questa notte hanno scioccato gli investitori: il CPI del primo trimestre calcolato su base trimestrale è risultato essere pari a +0.1% contro 0.6% atteso, mentre quello su base annuale è uscito a +1.6% contro 2.2% atteso e 3.1% precedente. Di conseguenza si tratta di un livello inflazionistico molto basso ben 2-3% al di sotto del target. Con questi dati, ora ci si può aspettare che la RBA (Banca Centrale dell’Australia) possa tagliare i tassi nel prossimo incontro non solo di 25 punti base, ma anche potenzialmente di 50bp. Nel precedente incontro la RBA aveva infatti dichiarato che l’inflazione del primo trimestre avrebbe guidato ulteriori manovre di politica monetaria. Di fronte a questo scenario, credo che l’aussie debba rimanere debole: se audusd dovesse rompere il supporto di 1.0225, allora si aprirebbe la strada verso 1.0140.

Dollaro canadese
Come atteso, i dati sul CPI in Canada di venerdì scorso non hanno portato molti effetti sui mercati poiché sono risultati pressoché in linea con le attese. Le vendite al dettaglio di febbraio, in calendario oggi, probabilmente saranno in linea con le stime degli analisti. Finchè non saranno notevolmente diverse dalle attese, esse non dovrebbero portare importanti movimenti al dollaro canadese (loonie). Dal punto di vista tecnico, ciò si traduce in un trading range sia su USDCAD che su EURCAD, in attesa dell’incontro FOMC di domani. Tra le due coppie sopra citate, possiamo tuttavia attenderci prossimamente un test su EURCAD della parte bassa in area 1.2900-30.

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