Voluntary 2 a un passo

Ormai il “se” è dato per scontato e si discute solo del “quando”. La fine dell’estate, è la convinzione diffusa tra gli addetti ai lavori, vedrà la riapertura della voluntary disclosure in Italia. Quindi l’avvertimento “questa sarà l’ultima occasione per mettersi in regola” che aveva accompagnato la prima versione della procedura di regolarizzazione dei capitali va in soffitta per lasciare spazio a un nuovo provvedimento.
La sensazione è che la base resterà la stessa (il gettito della prima edizione è stato di 3,834 miliardi di euro, al netto degli interessi), ma verranno introdotti con alcuni correttivi, mirati soprattutto a far decollare l’emersione domestica. Nel bilancio del 2015 spicca infatti l’assenza di tutto il versante italiano del nero fiscale.
Poco più di 2.200 istanze depositate (l’1,7% del totale)e l’emersione di poco più di 1 miliardo domestico sono il risultato su cui il governo e i tecnici del ministero stanno lavorando per presentare una versione semplificata e più efficace di compliance fiscale. La soluzione di approdo più probabile sarà la riproposizione di una soglia a forfait (nella prima versione era 2 milioni di euro) con adempimenti più semplici e, soprattutto, con un’aliquota fiscale fissa. Quest’ultima non si applicherebbe più solo ai rendimenti del capitale immobilizzato, ma andrebbe a colpire il montante, dando di fatto vita a una
soluzione più penalizzante della precedente.

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