Successioni nell’arte

di Alessia Zorloni

Pianificare la successione di una collezione creata con passione nel corso della propria vita è una questione complessa per un collezionista, che deve prendere atto della propria mortalità e tenere conto di questioni familiari e fiscali.

Pianificazione necessaria

Molti collezionisti, infatti, affrontano il tema con difficoltà o finiscono per incorrere in qualche ostacolo in corso d’opera. Per tutelare la propria produzione e i propri collezionisti, anche gli artisti costituiscono, sempre più spesso, un archivio delle loro opere quando sono ancora in vita, spesso connesso alla costruzione di cataloghi ragionati e al rilascio di certificati d’autenticità. Fonti preziose da un punto di vista documentario, gli archivi o le fondazioni che portano il nome dell’artista, si fanno garanti dell’autenticità delle opere ma sono anche promotori istituzionali d’iniziative intorno all’attività e alla figura che rappresentano e del momento storico-artistico di riferimento. Ma come deve essere organizzata la successione di un artista e il suo lascito? Quale forma giuridica deve assumere?

 

Modelli gestionali

Esistono due principali modelli di riferimento per la gestione di una collezione o di un lascito d’artista: la gestione privata o l’istituzione di un’entità legale separata ad essa incaricata. Nel caso della gestione privata, i collezionisti o gli eredi mantengono la proprietà del lascito e possono quindi disporne liberamente. Gli eredi hanno quindi la facoltà di vendere le opere d’arte in qualità di soggetti privati, nonché di ricevere i proventi relativi ai diritti d’autore o di rivendita nel caso di un patrimonio d’artista o del suo archivio. Nella gestione di una collezione o di un lascito tramite l’istituzione di un’entità legale separata, la proprietà del patrimonio può venir trasferita a una persona giuridica. La forma giuridica più nota è la fondazione, ma ne sono utilizzate anche altre come i trust, le associazioni, o le GmbH in Germania.

 

Archivi e fondazioni d’artista

Negli Stati Uniti sono molti gli artisti che scelgono la fondazione come strumento giuridico per amministrare il proprio patrimonio, iniziando a definirne le regole mentre sono ancora in vita. Donald Judd e Louise Bourgeois, per esempio, hanno previsto l’istituzione delle rispettive fondazioni all’interno di un testamento; entrambi hanno anche reso i propri figli, tra gli altri soggetti, i trustee delle fondazioni. Altre fondazioni istituite sulla volontà stessa dell’artista sono la Roy Lichtenstein Foundation, la Calder Foundation o la Barnett Newman Foundation. Henri Moore, invece, ha istituito negli anni Settanta i trust che ancora oggi gestiscono il suo lavoro, mentre recentemente lo scultore francese Bernar Venet e i fotografi Hiroshi Sugimoto e Gian Paolo Barbieri hanno aperto le rispettive fondazioni nei propri paesi d’origine.

 

La Fondazione Gian Paolo Barbieri

Gian Paolo Barbieri, classe 1938, è uno tra i più grandi nomi della fotografia di moda. Noto a tutti per aver fotografato volti celebri dello star system, da Audrey Hepburn a Monica Bellucci,  è un gfotografo il cui talento è passato attraverso riviste del calibro di Vogue America, GQ e Vanity Fair. Classificato dalla rivista Stern tra i quattordici migliori fotografi di moda nel mondo, ha esposto in spazi prestigiosi, come il Victoria & Albert Museum, la National Portrait Gallery di Londra, e il Kunsforum di Vienna e i suoi scatti sono stati protagonisti di importanti campagne pubblicitarie per marchi come Versace, Armani, Chanel, Valentino, Ferré e Saint Laurent. Inaugurata a febbraio 2018, la Fondazione Gian Paolo Barbieri è stata fortemente voluta da Gian Paolo Barbieri per conservare la memoria artistica di sessant’anni di carriera: l’archivio contiene scatti di moda, paesaggi, still life e immagini di vita privata, per un totale di 910mila negativi, 6.915 positivi, oltre 60mila file digitali e più di 40mila scatti inediti mai pubblicati. La Fondazione Gian Paolo Barbieri sarà principalmente un luogo di conservazione, tutela, gestione e promozione dell’archivio personale e delle opere dell’artista, ma avrà anche il compito di sostenere la fotografia storica e contemporanea e i diversi linguaggi della creatività.

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