Nel suo ultimo giorno alla presidenza di Consob Lamberto Cardia fa un bilancio sull’attività di questi ultimi anni, sottolineando, che “il quadro regolamentare si è rivelato del tutto inadeguato alla prevenzione e alla gestione delle crisi sistemiche, anche se l’intervento dei governi è stato determinante”.
Secondo indiscrezioni nel discorso che terrà alla platea di operatori il presidente uscente compirà un’analisi della crisi che ha attanagliato i mercati nell’ultimo periodo evidenziando che “Nessun paese al riparo dalle ansie dei mercati. La correzione degli equilibri di bilancio è il primo passo verso il risanamento, poi occorre rimettere mano all’assetto istituzionale che è alla base della moneta unica. E’ necessario che il maggior numero di derivati venga regolato attraverso comparti centrali. In termini di vigilanza in futuro mi aspetto più poteri all’ESMA”.
Cardia non dimentica il tema sanzioni e invita a riflettere su un sistema più selettivo, ovvero in grado di prevedere sanzioni più leggere per casi come, ad esempio, la mancata segnalazione delle variazioni nelle partecipazioni rilevanti, e sanzioni più incisive per tutto quello che concerne i veri e propri abusi di mercato.
Inoltre Cardia difenderà il lavoro svolto in questi anni dall’autorità da lui presieduta precisando che “Consob ha eliminato il riferimento al rating per il merito creditizio della componente obbligazionaria dei fondi comuni aperti. Nel settore dei fondi comuni italiani permane una debolezza strutturale, l’industria deve mostrarsi più efficiente”. Non solo. La Consob in questi sette anni, sempre secondo Cardia, è diventata più forte sia in termini di prevenzione alla repressione, sia sul tema dei conflitti di interesse.
E nella sua uscita di scena il presidente rivolgerà i suoi saluti e auguri al successore avvertendolo che lo aspetta “un compito arduo, quello di tutela dei risparmiatori e del mercato”.