La deflazione può sorprendere i mercati

L’aumento degli spread sui titoli di stato di Austria e Francia hanno portato l’allargamento della crisi nel cuore dell’Europa. La stessa Germania ha registrato un aumento dei cds. Con Maurzio Novelli, Responsabile delle Strategie d’Investimento di Financial Strategy, advisor dei 6 comparti della Sicav di diritto lussemburghese Zest, capiamo i possibili sviluppo del contesto finanziario. 

Ritiene possibile un fallimento dell’Italia?
Al momento non credo che sia un evento da considerare, semplicemente per il fatto che l’Italia non ha ancora fatto praticamente nulla per modificare in modo strutturale la traiettoria del suo debito pubblico. In ogni caso prima di una probabilità del genere dovremmo aver esaurito anche le eventuali correzioni alla politica economica imposte da un eventuale intervento del Fondo Monetario e dall’Europa.
 
Il mercato azionario sembra meno coinvolto nella crisi rispetto a quello obbligazionario. Quali sono i fattori che stanno muovendo il mercato?
Non mi sembra che le borse stiano ignorando la crisi, anzi, la tendenza dei mercati internazionali è stata negativa ovunque, in particolare in Europa e nei mercati emergenti. Chi se la sta cavando tutto sommato bene sono solo gli Stati Uniti. In sostanza l’America rimane l’unico paese che al momento sta attuando politiche monetarie e fiscali adeguate alla situazione ma dal prossimo anno anche le politiche fiscali Usa diventeranno restrittive.
Personalmente non vedo grandi opportunità sui mercati azionari. Credo che nei prossimi mesi tutte le iniziative saranno mirate a contenere la crisi del debito salvaguardando il mercato dei titoli pubblici. Si preannunciano quindi politiche economiche restrittive penalizzanti per le borse. In un primo momento il miglioramento dei mercati obbligazionari dovrebbe sostenere anche le borse ma poi dovremo fare i conti con un contesto di crescita internazionale fragile e continuamente esposta a rischi di recessione. Le borse internazionali rimangono un terreno caratterizzato da discreta volatilità, che può interessante per impostare operazioni di trading ma non per allocare una parte del portafoglio in ottica di investimento.
Quali notizie negative i mercati non scontano agli attuali prezzi?
Penso che in caso di recessione le possibilità di discesa degli indici da questi livelli sarebbero decisamente ampie ed in particolare ancora in Europa ed Emerging Markets. Questi ultimi, in particolare, evidenziano attualmente significative posizioni al rialzo da parte di molti investitori ed in caso di eventi globali negativi non potrebbero sottrarsi ad un sell off globale.
Un elemento che i mercati non stanno attualmente scontando è il rischio di una deflazione. Il pericolo non è remoto perché la FED ha cercato in tutti i modi di produrre inflazione per uscire dalla trappola della liquidità ma non è riuscita nell’intento. In un contesto globale di crisi procurata da eccesso di debito e leverage il vero rischio è quello deflattivo, non a caso le Banche Centrali continuano a mantenere tassi molto bassi e liquidità molto ampia nel sistema. Se dovessimo entrare in un rischio di deflazione la situazione si potrebbe fare molto difficile per tutte le asset class.
 
Quali strategie adottare nel breve termine? Che mercati preferite?
Nel breve termine ci aspettiamo un rientro delle tensioni sul debito europeo ed un miglioramento della situazione per tutte le asset class (Equity e Bonds). Le nostre allocazioni tattiche sono concentrate sull’indice DAX ed Eurostoxx 50 con adeguate posizioni di hedging su Bund trentennali e USD. Tutto il sistema finanziario internazionale sta discutendo come intervenire a sostegno dell’area Euro, non si sono ancora trovati gli accordi su come fare, ma si sta discutendo su come intervenire. La divergenza tra le parti si concentra sul fatto che i paesi emergenti sono disposti a contribuire in modo significativo, ma vogliono un maggiore peso nel Fondo Monetario Internazionale. Questo problema impedisce al momento un coinvolgimento diretto nella sottoscrizione di Bonds emessi dal EFSF che sarebbe il canale migliore per risolvere in modo credibile la crisi. Come si può notare i problemi politici scatenati da questa crisi globale non riguardano solo i paesi dell’area Euro.
Nel medio e lungo invece?
Nel medio periodo (orizzonte temporale a 6/9 mesi) rimaniamo investiti su oro, credito Emerging Markets, Bund e dollari. Il contesto macro di lungo periodo sarà caratterizzato da bassa crescita economica e continui rischi di caduta in recessione. In questo scenario i tassi rimarranno bassi per molto tempo ma tale situazione non sarà di sostegno ai mercati azionari. Da molto tempo infatti l’andamento delle borse non è più supportato da bassi tassi d’interesse, anzi, se i tassi scendono significa che il contesto economico sta peggiorando.
L’oro continuerà ad essere favorito sia nel caso di recupero della crescita economica (quindi attese di maggiore inflazione) sia nel caso di stagnazione/recessione (aumento del rischio di credito). Il dollaro rimane la migliore copertura per le nostre esposizioni sui bonds emergenti, infatti, in caso di un peggioramento della situazione su tali mercati, come si è già verificato a settembre, i flussi di disinvestimento si dirigono verso l’area del dollaro. I mercati azionari dei paesi emergenti continuano ad essere troppo correlati a quelli occidentali ed al momento non li consideriamo una opportunità di diversificazione del portafoglio.
 

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