All’assemblea di Generali, dove è presente il 51,52% del capitale, il vicepresidente vicario Francesco Gaetano Caltagirone (azionista della compagnia con un quota del 5,6%) non ha deposito le proprie azioni, come anticipato nei giorni scorsi.
Gli investitori istituzionali presenti in assemblea rappresentano il 23,68% del capitale. Dalla lettura del libro soci fatta da Galateri non sono emerse variazioni significative delle quote in mano agli azionisti sopra il 3%: Mediobanca risulta detenere il 12,82%, Caltagirone, il 5,63%, Del Vecchio il 4,82% e i Benetton il 3,97%.
L’assemblea ha espresso un voto quasi unanime al bilancio 2020 che è stato approvato dal 99,848% del capitale presente.
L’ad Philippe Donnet ha affermato che dopo un 2020 senza precedenti, il gruppo si trova oggi in una “posizione di forza e grande solidità e i risultati confermano la validità e la resilienza del modello di business con un risultato operativo record a 5,2 miliardi per il secondo anno consecutivo, un record nella generazione di capitale a quota 4 miliardi e una Solvency al 224% migliore dei nostri concorrenti”.
Donnet ha inoltre sottolineato l’importanza di sviluppare un’offerta innovativa e personalizzata per i clienti retail e per le piccole e medie imprese e di implementare una integrazione sempre più forte tra i settori dell’assicurazione e del risparmio gestito. Il Ceo ha poi evidenziato il “valore fondamentale che deriva dall’avere una rete fisica di agenti senza eguali e la necessità di renderla ancora più forte grazie alle tecnologie e agli strumenti digitali“.
Rafforzata inoltre, ha fatto notare l’ad, la leadership in Europa in linea con la strategia di M&A.
Per il futuro poi Donnet ha affermato che il management “sta già lavorando al prossimo piano, un progetto con ambiziosi obiettivi di crescita in un’ottica di risultati sostenibili nel tempo”.