Fondi, ecco chi rende di più e le aree preferite

Fida, gruppo specializzato nello sviluppo di applicazioni software dedicate ai servizi finanziari di alta qualità, ha pubblicato l’annuario sul risparmio gestito che ha permesso di individuare interessanti dinamiche e fenomeni difficilmente apprezzabili con il focus sul breve periodo. Ecco di seguito le principali evidenze messe in luce da Monica Zerbinati, analista finanziario di Fida.

Gli indici FIDA FFI (FIDA Fund Index) – costruiti catturando la performance giornaliera di fondi comuni autorizzati alla vendita ad investitori retail sul mercato italiano aventi politiche di investimento sovrapponibili – consentono di delineare le tendenze di un mercato sempre più ampio ed articolato, e pertanto complesso e ricco di “rumore”. Inoltre, utilizzando come dato grezzo il Nav dei fondi, già al netto delle principali voci di costo, gli indici costruiti sono pienamente rappresentativi del rendimento reale recepito dagli investitori.

Dalla lettura congiunta delle principali metriche di rischio e rendimento su diversi orizzonti temporali si possono quindi agilmente cogliere e distinguere eventi estemporanei da trend e mode di più ampio respiro. Dal ranking per performance annuali, emergono con forza i diversi temi di successo, buona parte dei quali ricollegabili alla ripresa della produzione e a un’impennata dei consumi.

Il real estate USA è l’asset class maggiormente performante, ed ha reso quasi il 48% in euro. A seguire troviamo le energie tradizionali, a +42%. Ricordiamo che nel 2020 erano state le energie alternative a conquistare il primato tra gli indici FIDA. Sempre in tema di specializzazione settoriali, nella top ten della classifica annoveriamo anche le risorse idriche, categoria che annovera un notevole numero di prodotti conformi agli articoli 8 e 9 SFDR, e le risorse naturali.

Tra le specificazioni geografiche, invece, spiccano alcune economie emergenti come Taiwan, Africa e India, ed infine le piccole e medie imprese italiane.

Come noto, con il 2021 si è verificata una rotazione settoriale che ha in parte invertito le classifiche anno per anno, ma esistono anche diversi trend strutturali che sono proseguiti con coerenza e continuità. È il caso dei settori tecnologici (IT e robotica) e degli azionari tematici ESG.

Il tema della sostenibilità degli investimenti è ad oggi sicuramente di primaria importanza, ed obbliga gli operatori del settore a considerarne i riflessi sia di natura ambientale, sociale e di governance, ma senza trascurare l’aspetto finanziario. La normativa, oggi più stringente, ha stimolato la produzione e la diffusione di un’enorme massa di dati quali-quantitativi, e la tecnologia svolge come sempre un ruolo chiave nell’estrapolarne l’informazione utile.

A partire da quest’anno, l’annuario è integrato con una sezione dedicata alle statistiche riguardanti la sostenibilità dei prodotti del risparmio gestito ed il rating ad essi attribuito. Il paniere di strumenti presi in analisi nell’elaborato, non esaurisce il mondo dei dati ESG, ma riguarda esclusivamente le venticinque società di gestione che hanno preso parte ad un’indagine ad hoc. I comparti oggetto di valutazione sono 1959 per un totale di 11148 classi, delle
quali 4977 disponibili per la clientela retail italiana.

È presente inoltre una classifica dei 100 fondi (comparti) che hanno ottenuto lo score più elevato secondo il sistema di valutazione FIDArating ESG. Il punteggio è ottenuto indagando separatamente quattro diversi aspetti: una valutazione della management company attraverso una survey, il livello ESG (secondo SFDR), il livello di trasparenza ed infine l’analisi di portafoglio.

La pubblicazione consente quindi di cogliere le dinamiche degli investimenti sostenibili sia in modo aggregato, attraverso l’analisi degli indici dedicati, sia entrando nel dettaglio e nel merito dei prodotti che consentono di realizzare portafogli conformi alle proprie esigenze.

Clicca qui per vedere lannuario di Fida.

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