Primi al traguardo con i Bitcoin

Il grande pubblico li ha conosciuti in “The Social Network”, il film che racconta il processo per plagio da loro intentato nei confronti di Mark Zuckerberg, reo di aver scippato l’idea di Facebook. Ma la vera storia di Tyler e Cameron Winklevoss (nella foto) è cominciata dopo, grazie ai 65 milioni di dollari incassati dall’odiato Mark Zuckerberg. Con una parte
di quei quattrini, i gemelli si sono tuffati nel Bitcoin che li ha resi miliardari. Oggi la Winklevoss Capital controlla una settantina di start up nel mondo delle valute virtuali, tra cui Ether, una delle valute destinate ad arricchire l’offerta

della piattaforma Gemini, la criptoBorsa del futuro, che oggi tratta sui 100 milioni di dollari al giorno, assai meno
di Coinbase o di altri protagonisti del settore. Ma quel che rende speciale Gemini è il fatto che si tratta della prima piattaforma a ricevere la BitLicence dalle autorità di New York. I due canottieri (sesti alle Olimpiadi di Pechino) hanno capito che il destino del Bitcoin si giocava sulla capacità del settore di guadagnare la fiducia delle autorità. E così si sono trasformati in fautori di un organismo di autocontrollo indipendente, costituito dai big del mercato. Un’eresia per i pionieri, che sognavano una moneta sganciata da ogni controllo, ma che ha consentito la creazione di un Etf del settore e, soprattutto, di diventare la piattaforma scelta dal Chicago Board of Exchange per il clearing, cosa che ha reso possibile la quotazione del Bitcoin su una grande Borsa ufficiale.

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